
Giovanni è un ragazzino sardo figlio di un pastore. Frequenta un istituto tecnico per giovani stilisti. Sua madre è scappata, delusa dai continui tradimenti del padre, e lui si trova praticamente da solo a doversi occupare della casa e della sorellina Stella, perché il genitore non fa altro che ubriacarsi e pensare ai suoi amati animali. Ma Giovannino ha altri progetti per il suo futuro: vuole diventare un grande nome della moda, sa di avere talento e, anche se il padre lo osteggia e lo deride, la notte si sveglia e cuce i suoi abiti. Il nuovo film di Marco Pollini, al suo secondo lavoro dopo Le Badanti, si basa su una storia vera, che il regista ha conosciuto e amato in Sardegna, splendida terra che gli ha subito ispirato il film. Ma il punto di partenza così reale, in cui questa vicenda affonda le sue radici, si perde in una sceneggiatura paradossale che dimentica di tenere a mente la credibilità dei personaggi e le relazioni fra essi. Dal film emerge l'interpretazione del giovane Francesco Desogus che, esordiente, ha dato prova di grande rigore e serietà . Pino Ammendola, unico volto noto del cast, cerca con la sua recitazione di interpretare al meglio il suo personaggio ma i dialoghi sono inverosimili e, soprattutto nella resa di temi delicati come l’omosessualità e il rapporto genitori-figli, si percepisce una certa superficialità . Il resto del cast sembra patire l'assenza di uno script forte e la recitazione finisce per apparire in più di un momento quasi improvvisata. La fotografia è uno dei punti di forza del film: è curata e rende giustizia alla bellezza mozzafiato della Sardegna. Tuttavia Marco Pollini sembra dover lavorare ancora su un'idea di cinema più organica, che fonda meglio tutti i reparti del suo film: non basta un buon protagonista e panorami da sogno perchè un'opera cinematografica possa dirsi riuscita. Peccato, perchè Pollini e le sue storie possono arrivare a trovare credibilità nel panorama del nostro cinema.