1950. Troy Maxson (Denzel Washington) è un ex promessa del football che lavora come netturbino per le strade di Pittsburgh, prendendosi cura della moglie Rose (Viola Davis) e del figlio adolescente Cory (Jovan Adepo). Il fragile equilibrio familiare inizia a crollare quando Cory viene scelto come membro di una squadra di football, ma Troy impedisce al figlio di giocare e di inseguire i propri sogni. Basato sull'opera teatrale Fences realizzata nel 1983 dal drammaturgo August Wilson, vincitrice del Premio Pulitzer, Barriere è il terzo film da regista dell'attore Denzel Washington dopo i precedenti Antwone Fisher del 2002 e The Great Debaters – Il potere della parola del 2007. Sceneggiato dallo stesso Wilson, prima della sua scomparsa nel 2005, il film ha ricevuto quattro nomination ai Premi Oscar tra cui Miglior Film, Miglior attore protagonista (Denzel Washington), Miglior attrice non protagonista (Viola Davis) e Miglior sceneggiatura non originale. Denzel Washington realizza un dramma storico ambientato nell'America del Secondo Dopoguerra, raccontando le vicende della famiglia Maxson, guidata dal burbero capofamiglia Troy. Si guarda, seguendo l'impronta data dalla pièce di origine, a una messa in scena teatrale che sfrutta interni ed esterni come terreno di contrasto e di scontro tra i personaggi. Se il ruolo doppio di attore/regista permette a Denzel Washington un ampio spazio di manovra - è lui il fulcro attorno al quale orbita Barriere - più volte si rischia l'eccesso e il carico smodato: sembra quasi che il regista e protagonista provi ad andare oltre il dovuto e a occupare più spazio possibile. Barriere tenta con discreto coraggio di separarsi dalla logica immobile del teatro filmato, rendendo il tutto più vibrante e acceso possibile, ma questa intenzione non pare mai realizzarsi del tutto. L'immobilità è data dal racconto malinconico di disillusioni e rancori, dal tema dell'impossibilità di realizzare i propri sogni. Al tempo stesso Barriere sembra volere esplodere anche la questione razziale e le tante sfumature dei sentimenti, come la difficoltà dei rapporti tra padri e figli. In questa scorpacciata di temi, lo sguardo del film fatica a trovare una propria identità e anche a trasmettere la personale visione dei suoi autori.