Nel primo {a href=https://www.silenzioinsala.com/1889/jurassic-park/scheda-film}Jurassic Park{/a} – quello diretto da Steven Spielberg, che ha dato origine a questa saga e che ha appena compiuto 25 anni – convivevano due anime distinte. Quella fanciullesca ci ha regalato alcune delle più emblematiche "scene wow" del cinema contemporaneo: queste sequenze sono ancora oggi autentici prodigi visivi, come la prima volta in cui la dottoressa Sattler e il professor Grant vedono un dinosauro. La loro incredulità è anche quella degli spettatori: emozione e meraviglia in grado di risvegliare a ogni visione il bambino che fummo e che ancora è dentro di noi. La seconda anima invece era una sorta di metà oscura, fatta di scene di tensione che si mischiano al terrore quando i dinosauri carnivori rivelano la propria natura, tarsformandosi da mirabolanti attrazioni di un zoo ad autentiuci incubi preistorici da cui scappare per salvarsi la pelle. Come l'attacco del T-Rex alle jeep fuori dal recinto o la mai troppo osannata scena dei raptor in cucina. Steven Spielberg, non proprio l’ultimo degli arrivati, ha infuso nel film un equilibrio perfetto di questi due ingredienti diametralmente opposti e forse è anche per questo che {a href=https://www.silenzioinsala.com/1889/jurassic-park/scheda-film}Jurassic Park{/a} si è guadagnato la fama di cui gode ancora oggi. Quando la Universal ha deciso di rivitalizzare il franchise giurassico, ha fatto leva soprattutto sul fronte stupore: {a href=https://www.silenzioinsala.com/3183/jurassic-world/scheda-film}Jurassic World{/a}, infatti, poggia tutto sulla meraviglia che il sogno di John Hammond sia diventato finalmente realtà e lo stupore del piccolo Gray bramoso di visitare il parco e vedere i dinosauri altro non è un riflesso di ciò che lo spettatore brama. Perché per tutta la prima ora {a href=https://www.silenzioinsala.com/3183/jurassic-world/scheda-film}Jurassic World{/a} era realmente ciò che tre anni fa speravamo di vedere al cinema (la seconda metà un po’ meno, ma è un altro discorso). Diverso è questo sequel: {a href=https://www.silenzioinsala.com/4002/jurassic-world-2/scheda-film}Jurassic World – Il regno distrutto{/a} indugia molto di più sull’aspetto oscuro della vicenda, innalzando in maniera inaspettata l’asticella della tensione e spingendo prepotentemente sulla componente horror, tanto che a un certo punto sembra quasi di assistere a uno slasher (anche se totalmente privo di sangue) con il mostro che si aggira per casa e si nasconde negli angoli bui in attesa delle vittime. Ma se il tono è azzeccato - quasi audace per un blockbuster del genere - c’è comunque un grosso problema alla base di questa nuova trilogia/reboot giurassica, e parzialmente è lo stesso della nuova saga canonica di Star Wars: mancano le idee e tutto è un ricalco sfocato dei film passati. Così come Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza seguiva le tracce di Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza, anche {a href=https://www.silenzioinsala.com/3183/jurassic-world/scheda-film}Jurassic World{/a} era una sorta di remake 2.0 di {a href=https://www.silenzioinsala.com/1889/jurassic-park/scheda-film}Jurassic Park{/a}. C’è un parco (nel primo era una visita test, qui funziona a pieno regime) in cui a un certo punto qualcosa va storto (saltano i recinti, qui un dinosauro fugge) e gli animali si liberano seminando il panico. {a href=https://www.silenzioinsala.com/4002/jurassic-world-2/scheda-film}Jurassic World – Il regno distrutto{/a} fa lo stesso aggiornamento prendendo come canovaccio {a href=https://www.silenzioinsala.com/1891/il-mondo-perduto-jurassic-park/scheda-film}Jurassic Park - Il mondo perduto{/a}: i dinosauri vagano liberi su un’isola senza la presenza dell’uomo a infastidirli, ma l’avidità non ha confini. Una spedizione di recupero delle specie va sull’isola (nel primo per aprire un parco a Orlando, in questo per vendere gli animali all’asta) mentre una seconda “composta dai buoni” cerca di salvarli (in questo nuovo film c’è un posticcio messaggio ambientalista e la presenza del causologo Jeff Goldblum a dare una spolverata di filosofia esistenziale e creazionista) fallendo miseramente. Giunti sulla terraferma qualcosa va storto e i dinosauri si liberano seminando terrore in città (o in un grosso villone in questo caso). La cosa più sconfortante è che tutta la storia è spiattellata già nel trailer e per due ore di durata non vi è nulla che sia anche solo vagamente un colpo di scena o un’invenzione visiva. Anzi, ci sono dei buchi di sceneggiatura e delle incoerenze che fanno rivalutare Bryce Dallas Howard che scappa in tacchi alti da un T-Rex nel primo capitolo. Roba che nemmeno la Asylum riuscirebbe a mettere in scena: ma davvero la creatura più pericolosa sul pianeta Terra è rinchiusa in una gabbia, senza lucchetto, senza sorveglianza, alla mercé del primo stolto che passa e che può liberarla semplicemente facendo scorrere un chiavistello? Per non parlare del fatto che i dinosauri sbranano e uccidono, ma la messa in scena è talmente concentrata sul PG-13 che non si vede una goccia di sangue nemmeno per sbaglio! {a href=https://www.silenzioinsala.com/4002/jurassic-world-2/scheda-film}Jurassic World – Il regno distrutto{/a} è l’ennesima incarnazione del blockbuster moderno: pigro, piatto, zeppo di personaggi banali che (chi più, chi meno) sono tutti supereroi; infarcito da scene d’azione digitali che ormai non ci provocano più alcuna emozione. Ma il problema più grosso sta alla base: se non riusciamo più a stupirci o sussultare davanti a degli immensi dinosauri, cosa può destare lo spettatore dalla sua catartica apatia?