
Giappone, 11 Marzo 2011: un terremoto magnitudo 9, lo tsunami, il disastro nucleare della centrale di Fukushima dai-ichi, il più drammatico dopo quello di Chernobyl. Un triplice cataclisma arresta l’intero paese. Nei giorni immediatamente successivi, solo paura, sconforto e silenzio. Fukushima: a nuclear story, liberamente tratto dal libro Nuclear Tsunami di Pio D’Emilia (reporter italiano, giapponese d’adozione), è un film documentario diretto, assemblato e sceneggiato da Matteo Gagliardi. Il docufilm è frutto di un ricco lavoro in cui il regista monta insieme materiale di repertorio, animazione e computer grafica ed è suddiviso in tre atti – L’inimmaginabile, Il nemico invisibile, Il miracolo. Matteo Gagliardi racconta per immagini lo spaventoso triplice disastro, le sue conseguenze a livello politico e umano e, infine, il (non così) lieto fine sancito peraltro da un malfunzionamento casuale e miracoloso. Aggirandosi fra le “città fantasma”, quelle inghiottite e risputate dallo tsunami, l’inviato di Sky Tg24 Pio D’Emilia ha nei suoi servizi raccolto le testimonianze di chi ha sentito la terra oscillare così spaventosamente, di chi è sopravvissuto alla furia dello tsunami, di chi è stato bersaglio delle radiazioni scaturite in seguito al meltdown dei reattori della centrale di Fukushima e di chi, per racimolare qualche soldo, si sottopone volontariamente all’esposizione al “nemico invisibile”. Strazianti, infine, le parole di una donna il cui marito le propose di suicidarsi affinché la famiglia ottenesse il denaro dall’assicurazione. Il docufilm di Matteo Gagliardi combina insieme i brandelli di un’indagine durata quattro anni, realizzando un reportage dettagliatissimo, denso di umanità e fragilità. Ad arricchire le riprese, affannate e irrequiete perché c’è tanto da mostrare, sono le illustrazioni manga, che rimandano direttamente alla tradizione nipponica, ma anche il materiale fotografico e il lavoro di computer grafica, che chiarisce i processi scientifico-tecnici che hanno portato all’allerta nucleare e al suo “dispiegamento”. Il regista mostra in un’ora e ventiquattro minuti l’amarezza, la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti delle autorità e l’inabilità alla gestione della catastrofe nucleare. Ma non manca di rivelare nonostante tutto la solidarietà, il rispetto delle tradizioni e per i defunti, la volontà dei cittadini di ricominciare a vivere. Fukushima: a nuclear story è un documentario ben costruito, che oscilla in maniera equilibrata fra informazione e sentimentalismo passando per un’onesta dose di allarmismo collettivo.