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Moglie e marito

12/04/2017 10:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Moglie e marito

Favino e Smutniak, l'uno nella pelle dell'altra

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Andrea (Pierfrancesco Favino) è un neurochirurgo, Sofia (Kasia Smutniak) lavora in tv. Sono sposati da anni e, tra figli, lavoro e terapia di coppia, non si sopportano più. Finchè un giorno, un incauto esperimento di Andrea non li trasla l'uno nel corpo dell'altra. L'idea di un incidente scatenante - che sia un fulmine, un esperimento scientifico, un incontro o un desiderio espresso troppo intensamente - in grado di fiondare il protagonista in un corpo non suo, e magari farlo diventare qualcun altro, ha dato vita cult hollywoodiani come Tutto accadde un venerdì con Barbara Harris e Jodie Foster, poi ricreato nel 2003 in Quel pazzo venerdì con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. In Italia questo spunto non aveva mai attecchito del tutto. C'è Da grande, con Renato Pozzetto (per qualcuno "ispiratore" di Big con Tom Hanks) ma la storia di un bambino diventato adulto di colpo non entra a pieno nella categoria degli scambi. L'esordio alla regia di Simone Godano, Moglie e marito, non solo recupera un tema sempreverde nel cinema ma vi inserisce un elemento di novità. Raramente, infatti, a scambiarsi i panni è una coppia (ricordiamo giusto Nella sua pelle, del 1996, con Guy Pearce): forse perchè le implicazioni sentimentali comprendono il rischio di diventare scontati. Ma le sceneggiatrici di Moglie e marito, Carmen Roberta Danza e Giulia Steigerwalt, non si fanno remore a inventare un esperimento folle in cui il protagonista Andrea, «un po' medico un po' scienziato pazzo», si scambia il corpo con la sua bella moglie Sofia. questa idea un po' folle altro non è che un modo per raccontare qualcosa che al pubblico italiano piace sempre moltissimo: la famiglia, i rapporti sentimentali, le relazioni. La scrittura di Moglie e marito mostra grande attenzione nel soffermarsi su quello che lo spettatore vuole vedere, alternando le idee comiche (e perchè no, anche demenziali) a dialoghi appassionati sul senso del rapporto di coppia. Il risultato non disturba e, anche i momenti più stonati (certe invenzioni davvero grottesche, come l'esplicito show televisivo di Lei; oppure lo stereotipo della liaison di Lui con la babysitter) finiscono per trovare equilibrio nella narrazione.


Ovviamente un film come Moglie e marito - brillante, ma senza esagerare - non avrebbe mai potuto funzionare senza l'energia dei due protagonisti. Piefrancesco Favino, che aveva già dato prova di "femminilità" in un'opera di tutt'altro genere, ma in qualche modo affine, come L'uomo che ama, e Kasia Smutniak, finalmente divincolata dalla fiction televisiva: senza limitarsi a scimmiottare le pose maschili, l'attrice sembra calarsi anche meglio del suo compagno di scena nella psiche di un uomo. Bravo anche Valerio Aprea a fare da mediatore tra questi strampalati protagonisti e il pubblico. E lo spettatore? Superata la fatica a immedesimarsi in questa storia assurda... si godrà un film, in fin dei conti, divertente.


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