In un prossimo futuro l'umanità è impegnata in una sanguinosa guerra con le macchine, nella quale sta inesorabilmente soccombendo: la tecnologia creata dalla corporazione X-Corp è stata infatti contagiata da un potente virus che ha portato gli avveniristici droni a seminare morte e distruzione. Inoltre alcuni individui vengono utilizzati, tramite controllo mentale, come vere e proprie arme da guerra incapaci di provare dolore ed emozioni. Un piccolo gruppo di sopravvissuti, quasi tutti ex-militari, risiede in un accampamento ancora ignoto al nemico ma quando si trova a dover salvare un altro superstite, in possesso di conoscenze potenzialmente in grado di porre fine per sempre all'impari conflitto, l'unico modo per avere ancora una speranza sarà quello di lottare con ogni forza. Curioso b-movie che ibrida horror e sci-fi, Cyborg X possiede pur in tutti i suoi evidenti limiti una piacevole ingenuità di genere, con soluzioni sì abusate ma messe in scena con uno stile rozzo e secco al punto giusto guardante al cinema action anni '80. Chiudendo un occhio sulla pessima computer grafica, utilizzata soprattutto in avvio di visione per dar vita al background di questo mondo in rovina, il comparto trucchi e make-up si rivela sorprendentemente efficace soprattutto per ciò che concerne la rappresentazione degli individui assoggettati al volere delle macchine, con tanto di elementi mascherati e armati di affilate lame circolari al posto delle mani. Il regista K. King realizza così un atipico zombie-movie apocalittico in cui la complessa trama sci-fi assume ben presto notevole importanza e, pur delineando sulla scia degli stereotipi i caratteri del numeroso gruppo di protagonisti (con la guest star Danny Trejo nell'ennesimo ruolo gustosamente sopra le righe della sua folle carriera), il livello tensivo si mantiene su buoni standard per tutto il minutaggio. Flashback, sogni rivelatori, computer impazziti e salvataggi all'ultimo secondo offrono così una discreta varietà ad una sceneggiatura ambiziosa cui solo il limitato budget impedisce di volare più in alto, con ambientazioni spoglie e desertiche a far da sfondo ad un titolo che, citando qua e là classici come le saghe di Mad Max o di Terminator, può garantire una serata di mero intrattenimento senza pensieri agli appassionati della pura serie B.