A partire dagli anni ottanta l’Italia conosce un nuovo modo di guardare e realizzare fumetti e cartoni animati. Alle brevi ma spassose gag di Warner Bros, Hanna e Barbera e Walt Disney si aggiungono animazioni seriali dalla narrazione più complessa, caratterizzate da una grafica tutta da esplorare e da sentimenti più adulti. Dal lontano Giappone arrivano i manga (termine giapponese che sta per «fumetto») e gli anime (contrazione della parola «animation»). Francesco Chiatante, già autore di cortometraggi, clip e documentari, esordisce nel campo del lungometraggio con Animeland - Racconti tra Manga, Anime e Cosplay. E debutta piuttosto bene. Sin dai primissimi minuti il regista immette lo spettatore in un’ottica tutta giapponese cominciando a elencare quei cartoni animati che tanto hanno fatto – e fanno - viaggiare con la fantasia: da Heidi a Goldrake e Jeeg Robot, da Holly e Benji a Ken il guerriero, da Sailormoon a L'uomo Tigre; e ancora Lupin, Doraemon, Candy Candy. Cartoni, questi e molti altri, che oltre ad aver trasmesso emozioni nuove, più complesse e mature, hanno introdotto e diffuso un certo immaginario della cultura giapponese: coi suoi ciliegi in fiore, il sake, il sushi, le porte scorrevoli, le scarpe poggiate all’ingresso prima di entrare in casa. Anime e manga hanno influenzato le generazioni passate e quelle odierne tanto da dar vita al Cosplay: un vero e proprio fenomeno di massa che consiste nel travestirsi e nell’immedesimarsi totalmente nel proprio personaggio preferito. Stupisce la meticolosità con cui costumi ed accessori vengano spesso realizzati dagli stessi amatori. A testimoniare la passione per storie e personaggi così innovativi e coinvolgenti, talvolta troppo provocatori per l’Italia degli anni ottanta, sono le interviste a chi è cresciuto proprio in questi anni: Caparezza (fan sfegatato dei “robottoni”), Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi, che da bambina ricorda di essersi commossa per la prima volta guardando Heidi. Tra gli altri intervistati ritroviamo inoltre gli interventi di Luca Raffaelli, uno dei massimi esperti in fumetti e animazione, e Vincenzo Mollica, molto conosciuto come giornalista e meno come illustratore. Talvolta, però, il ritmo del girato non rende giustizia al mondo brioso, pimpante e super colorato costruito dai disegnatori giapponesi. Il montaggio - che alterna brevi sequenze tratte da anime, interviste e disegni autografati - risulta strutturalmente troppo rigido, uniforme, senza sbavature. I picchi divertenti e quelli un po’ nostalgici sembrano essere dati invece dalle interviste. Ma in ogni caso, l’obiettivo di Francesco Chiatante sembra non tanto quello di produrre un documentario nostalgico sui bei cartoon di una volta: oggi con pochi e semplici passaggi è possibile fruirne in qualsiasi momento. Lo scopo di Animeland - Racconti tra Manga, Anime e Cosplay è forse anche – e soprattutto - quello di insegnare a guardare manga o anime come manifestazioni di una grande originalità creativa, come arte.