Partendo dalla biografia del Vasari, questo nuovo documentario de La Grande Arte al Cinema, ci porta a scoprire il genio di Michelangelo. Visitiamo i i luoghi della sua esistenza, dall'infanzia nella campagna toscana fino alla corte dei papi, e scopriamo la sua arte attraverso un viaggio nelle opere e le parole di critici ed esperti. Al cinema esclusivamente nelle giornate del 19, 20 e 21 giugno, il film di David Bickerstaff (già autore di un documentario su un altro genio dell'arte Vincent Van Gogh – Un nuovo modo di vedere) racconta Michelangelo Buonarotti, artista al quale tutti dopo di lui si sono ispirati, cercando di imitarlo invano. Tramite le opere – le più conosciute, ma anche quelle da poco attribuite al maestro – e le interviste a critici ed esperti (tra cui Martin Gayford, Jonathan Jones, Cristina Acidini, il professor Arnold Nesselrath, l'artista Tania Kovats e l'anatomista Peter Abrahams) impariamo a capire Michelangelo, uno dei pochi artisti poliedrici della nostra storia, insieme a Leonardo da Vinci. La preziosa intervista a Francesca Nicoli, dei Laboratori artistici Nicoli di Carrara, prenderà inoltre a esame la tecnica e la peculiarità del materiale più utilizzato da Michelangelo: il marmo di Carrara. Partendo dalla Madonna della Scala e dalla Centauromachia, conservati a Casa Buonarotti, passando per il Crocifisso di Santo Spirito e arrivando alla Cappella Sistina, il documentario ci conduce nella pittura e scultura di Michelangelo. Si parla, però, anche dei suoi poemi, cantati da un duo rinascimentale. Conosciamo inoltre i bronzi di Rothschild, da poco attribuite al maestro e unici bronzi michelangioleschi sopravvissuti fino ai giorni nostri. Interessante viaggio attraverso l'opera di Michelangelo, corredato inoltre di testimonianze da documenti d'epoca e lettere del maestro, Michelangelo - Amore e Morte risulta tuttavia simile a una lezione frontale da manuale. Molto poche sono le curiosità e le novità ed è difficile restare attaccati allo schermo, soprattutto per chiunque conosca già vita e opere del maestro. Le interviste sono classicamente frontali e, ancora una volta, viene adottata la fastidiosa sovrapposizione di parlato originale e doppiaggio italiano; di certo sarebbero stati più piacevoli i sottotitoli oppure un vero doppiaggio italiano. L'impostazione da documentario televisivo rende il prodotto sicuramente utile per una lezione a scuola, ma non per l'intrattenimento cinematografico.