Il delicato e affascinante genere della commedia romantica si arricchisce con Succede, l’ultimo lavoro di Francesca Mazzoleni, al suo primo lungometraggio, tratto dall’omonimo romanzo di Sofia Viscardi. Raccontare i giovani non è mai semplice, specialmente nel periodo dell’adolescenza, abitualmente il più complicato e controverso della vita: non si è abbastanza adulti e, allo stesso tempo, non si è più bambini. In questo contesto si colloca Margherita, per tutti Meg: fragile, sorridente, sensibile e sognatrice, passa le giornate sui banchi di scuola ma vorrebbe un mondo all’altezza delle sue aspettative. Affronta la vita fra social network, presunti amori, passioni e serie tv. Insieme a lei, gli amici Tom e Olly con cui crescerà e imparerà a distinguere le occasioni perse dalle opportunità . Questo progetto nasce sotto i migliori auspici – dato il successo editoriale del romanzo – ma con altrettanta diffidenza. Il rischio è confezionare il solito pacchetto che fa gola ai più giovani, intriso di luoghi comuni, col solo intento di dipingere una generazione di fannulloni che trascorre ogni attimo sognando a occhi aperti sullo schermo di uno smartphone. Effettivamente, i primi quaranta minuti di film lasciano intendere questo. Frasette intrise di pressappochismo, miste a una dialettica scialba, dipingono gli adolescenti di oggi come figli di nessuno. Pieni di paranoie, con pochi ideali- se non quello di apparire pubblicamente, ad ogni costo, in una piazza telematica -, ossessionati dal bisogno di catturare i momenti con foto e social network. Dietro questa rappresentazione scontata e prevedibile, che rimanda al Federico Moccia di Tre metri sopra il cielo, c’è la voglia di arrivare a qualcosa di diverso. L’auspicio di non sottintendere obbligatoriamente che da giovani si debba essere necessariamente schiavi del delirio. C’è, al contrario, molta consapevolezza di se stessi. Forse più che in età adulta. Dunque, Meg ritrova Margherita quasi sempre, mettendo il suo carattere in cima alla lista comunque. Anche se questo potrebbe significare perdere qualche certezza. Allora, dopo una prima metà di girato in cui ci si chiede come mai l’adolescenza venga dipinta perennemente secondo gli stessi stereotipi, il film sboccia e lascia spazio alle tensioni, ai dubbi e alle ansie di una ragazza che potrebbero rispecchiare qualsiasi percorso evolutivo. Succede dimostra come gli accadimenti della vita si ripetano in maniera ciclica, per tutte le generazioni. Corsi e ricorsi storici, che attraversano indistintamente le epoche: gli scontri generazionali, gli ormoni, le prime volte che ci sono e ci saranno. Cambiano i modi: prima – per ribellarsi – si scappava di casa, oggi ci si blocca su whatsapp; un tempo si rincorreva la propria cotta ovunque, ora la si segue su Instagram. Non tutto è così frivolo: fra un post e l’altro, c’è anche spazio per le grandi domande esistenziali; formulate, certamente, con un linguaggio più vicino al digitale che all’analogico. Per comprendere a pieno questo film, bisogna considerare qualcosa diverso dalla visione standard della gioventù. Per i più grandi può essere l'occasione di andare a cercare su Wikipedia il nome di Sofia Viscardi, prima di entrare in sala. Ma ai giovani va comunque ricordato che la maturità è un’altra e, soprattutto, non arriva con un diploma.