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Easy - Un viaggio facile facile

29/08/2017 11:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

Easy - Un viaggio facile facile

Un protagonista goffo e impacciato, per una black comedy all'italiana

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Easy, all'anagrafe Isidoro (Nicola Nocella), è un trentacinquenne che attraversa una seria fase depressiva. Ormai dipendente dai farmaci e dalla playstation, vive con la madre (Barbara Bouchet), che lo tratta come un bambino troppo cresciuto. Durante il compleanno del fratello Filo (Libero de Rienzo), a Easy viene affidato l'incarico di trasportare la bara di un operaio fino in Ucrania per raggiungere i suoi cari. Sarà l'inizio di un viaggio tra l'esilarante e il tragicomico, che porterà Easy a tornare a vivere la vita e le sue molteplici sfaccettature.


Easy - Un viaggio facile facile è una commedia di black humor che nasce in un panorama come quello italiano, che ne è a digiuno. Di certo una pellicola che narra di un uomo che deve raggiungere l'Ucrania a bordo di un carro funebre, con una bara al suo interno, non è di certo una trama che ci aspetteremmo in un film nostrano. Vediamo quindi un'apertura verso un certo humor british: per citare un esempio, il campione d'incassi Funeral Party (2007). Ma Easy - Un viaggio facile facile è soprattutto un road movie: sarà questo viaggio a generare una sorta di amicizia tra il "morto" e il "vivo", con la consegna della salma che diventa l'obiettivo della vita di Easy. Situazioni esilaranti costellano questa avventura: dalla macchina rubata, alla denuncia alla polizia; da uno strano vecchietto che aiuta il protagonista a trasportare la bara, ai writer che tingono, sia lui che il suo strano compagno, di graffiti. I personaggi che Easy conosce sul suo cammino, nonostante il gap iniziale della lingua e quindi della comunicazione, diventeranno simpatici compagni di viaggio. Grande protagonista resta l'Ucrania, con il suo fascino decadente e monumentale.


Anche se la regia è ancora un po' acerba, Andrea Magnani assembla una commedia originale e fantasiosa, che regala qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico italiano. Riprendendo il black humor nord europeo e lo stile malinconico di Wes Anderson, Magnani riesce a regalarci una storia coinvolgente e divertente nella sua amarezza. Il connubio tra l'uomo che cerca la morte e l'uomo che l'ha ricevuta è denso e per nulla superficiale. E anche i protagonisti risultano perfetti per la parte. Una commedia piacevole e interessante.


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