45 anni dopo la prima apparizione, Mazinga Z arriva al cinema con un lungometraggio che vede nuovamente Koji affrontare il Dottor Inferno, stavolta per la sopravvivenza dell’intero universo. A 10 anni dalla sconfitta subita da Mazinga Z, infatti, in seguito al ritrovamento di un gigantesco robot, chiamato Infinity, il Dottor Inferno torna all’attacco con schiere di mostri meccanici per impadronirsi della nuova tecnologia: Infinity è infatti molto più di un robot, è la chiave per innescare una sovrapposizione di realtà che permetterebbe al malvagio scienziato di sostituire il nostro pianeta, e tutto l’universo di riferimento, con un mondo parallelo. Il primo a giungere al robot è però stato Koji, cui si è legata in una sorta di riconoscimento Lisa, intelligenza artificiale con corpo biomeccanico che sarebbe preposta a guidare Infinity. Questo particolare costringerà il Dottor Inferno a trovare una chiave alternativa nel Grande Mazinga, innescando tutta la serie di avvenimenti raccontati dal film. La storia di Mazinga Z - Infinity è ricca di incongruenze, stranezze ed eccessi, ma risulta comunque affascinante per un pubblico variegato. Sono tanti i rimandi a concetti di fantascienza più o meno esplorati; e inoltre il film è esattamente il tuffo nell’infanzia che ci si aspetterebbe da una produzione del genere. L’enorme schiera di mostri coloratissimi, missili e raggi sparati a profusione, situazioni estreme che richiedono sforzi sempre più titanici, personaggi tagliati con l’accetta: sono quanto un pubblico di bambini giustamente si aspetta e quanto riceve; per chi con Mazinga ha passato interi pomeriggi davanti alla tv, invece, non può che sorridere (a quegli ex bambini si è sicuramente pensato nel caratterizzare i vari personaggi come adulti, alle prese con la normalizzazione della propria vita; con un matrimonio o addirittura con la prospettiva di un figlio). Mazinga Z - Infinity segna dei punti di arrivo per personaggi molto amati, un commiato e una promessa di nuove, molto diverse avventure. In tutto questo brilla il design dei vari mech, con il Grande Mazinga ad aprire il sipario di un’avventura in cui sarà Mazinga Z ad avere il ruolo primario. I robot hanno subito un restyling che li ha resi più “realistici”: meno superfici morbide, una texturizzazione che fa capire che sono composti di elementi e placche saldati insieme anziché di enormi parti uniche. Interessanti anche il product placement di Nissan e una serie di tecnologie moderne, qui rese futuristiche: fra le tante l’uso di una stampante 3D per fornire Boss Robot di “armi”. Affascinante la declinazione della teoria dei multiversi in termini di possibilità. Attuale la critica all’essere umano come incapace di godersi la pace e saperla difendere. Quasi uno sguardo sul futuro la caratterizzazione di Lisa come anello di congiunzione fra essere vivente, macchina e realtà che trascende entrambe le cose. Sullo sfondo, il costante pendolo fra Dio e Demonio che Mazinga ha sempre portato con sé.