Il caso Elena Ferrante, esploso nel 2013 negli Stati Uniti con la tetralogia Un'amica geniale, è diventato una vera e propria droga grazie al passaparola. Questa sorta di dipendenza viene indagata da questo documentario attraverso scritti, lettere e interviste a personalità che hanno conosciuto l'autrice o che semplicemente si sono innamorati delle sue opere. Scrittrice italiana di mediocre successo in patria, Elena Ferrante diventa un caso mediatico in USA nel 2013 quando un critico letterario, James Woods, decide di scrivere un articolo su di lei sul The New Yorker. Da lì scoppia la Ferrante Fever, che invade la quotidianità della gente comune fino ad arrivare alla Casa Bianca, con Hillary Clinton che parla della Ferrante durante la campagna presidenziale. Registi, scrittori e critici rimangono ammaliati dalla prosa semplice e coinvolgente dei suoi scritti. Il documentario racconta questo "caso" attraverso interviste a fan illustri della scrittrice come Ann Goldstein, Roberto Saviano, Elisabeth Strout, Jonathan Franzer, Giulia Zagrebelsky e il regista Mario Martone: quest'ultimo nel 1995 gira il primo film trattato da uno dei primi libri della Ferrante, L'Amore Molesto, in collaborazione con l'autrice. La voce della Ferrante è di Anna Bonaiuto; le sue parole vengono selezionate dal libro La Frantumaglia, dove sono raccolti i suoi scritti epistolari: l'unico modo per conoscere la penna che sta dietro a questi romanzi ipnotici. L'anonimato della scrittrice, inizialmente passato in sordina, ora è diventato una vera e propria sfida. Lei, la Ferrante, riesce egregiamente a destreggiarsi, parlando solo tramite lettere e scritti e, solo raramente, attraverso telefonate. Di certo sappiamo solo che Elena è di origine napoletana, vista la conoscenza della città che ritroviamo nei suoi romanzi; per il resto continua a essere un enigma per il mondo della narrativa contemporanea. Integrato da animazioni ricercate e interessanti, che vogliono rendere sullo schermo l'atmosfera che si ritrova nei libri, Ferrante Fever è un film ben fatto. Il botta e risposta tipico dei documentari viene sacrificato in favore di una più ampia narrazione da parte delle voci dei protagonisti, che riescono così a narrarci le loro storie. Il fastidioso doppio-doppiaggio, che troviamo nella maggior parte dei documentari, qui viene eliminato in favore di semplici sottotitoli che mantengono l'originalità delle impressioni e dei toni di voce dei personaggi narranti. Un documentario ben strutturato, interessante per i fan della scrittrice e fonte di curiosità per chi è a digiuno dei suoi scritti, che verrà sicuramente coinvolto una volta uscito dalla sala. Il film verrà proiettato come evento esclusivo nei giorni 2, 3 e 4 ottobre 2017 e mandato in onda esclusivamente da Sky Arte HD prossimamente.