Enrico Oldoini torna con l'ultimo capitolo della fortunata saga inaugurata da Dino Risi nel 1963 con I Mostri e proseguita nel 1977 con I Nuovi Mostri questa volta con Ettore Scola e Mario Monicelli. A 46 anni dal primo film e quasi 30 dal sequel. Il tema è sempre quello vizi (e crudeltà) dell'italiano medio, furbo e cinico fino all'impensabile. Il tutto regge sullo schema classico del film a episodi, colonna portante della commedia all'italiana. Come dire: il lupo perde il pelo ma non il vizio, e sono proprio i vizi a non cambiare negli anni. Cambia però il cast, addio a Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi, questa volta tra gli interpreti principali (Diego Abatantuono, Giorgio Panariello e Claudio Bisio), affiancati nelle varie gag da Sabrina Ferilli, Angela Finocchiaro, Carlo Buccirosso e molti altri. Alcuni episodi sono assai brevi e fulminanti ed hanno la durata e la struttura di uno sketch, altri presentano invece le costruzioni più elaborate di un racconto. Si è puntato però più a portare sullo schermo delle macchiette tipicamente dialettali: il milanese, il toscano, il napoletano alla prese con i soliti luoghi comuni. Il paragone (schiacciante) con i capitoli precedenti è evidente, la domanda: «I mostri oggi, meglio quelli di ieri?» ci sembra più che legittima.