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Una scomoda verità 2

13/10/2017 10:00

Edoardo Ribaldone

Recensione Film, Film Documentario, una scomoda verità,

Una scomoda verità 2

Dieci anni dopo il primo film, tornano al cinema le battaglie ambientaliste di Al Gore

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A differenza del primo film, Premio Oscar al Miglior Documentario nel 2007, questo seguito sembra maggiormente concentrato sul suo protagoinista, ormai assurto al rango di celebrità mondiale. Su Al Gore, dunque,Una scomoda verità 2 si concentra ancora più che sugli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. La prima metà del film racconta ciò che l'ex vicepresidente ha realizzato per la sua causa nell’ultimo decennio, ovvero dall’uscita del primo capitolo. Da una parte c'è il "malvagio" Bush figlio, dall'altra il lungimirante Gore con la sua crociata ambientalista. Il pubblico viene chiamato a conoscere e, nemmeno tanto sotterraneamente, ad apprezzare quanto Al Gore compie per il bene dell’uomo e del pianeta: vestito in abiti semplici - che l’apparentano al così detto "americano tipo", un po’ contadino e un po’ cowboy - eccolo appartarsi con l’allora sottosegretario agli esteri di Obama John Kerry; quindi lo vediamo controllare la ritrazione di un ghiacciaio a causa del surriscaldamento dovuto all’emissione di gas inquinanti nell’atmosfera; infine osserva preoccupato i filmati che mostrano i danni catastrofici di alluvioni torrenziali mentre si reca in visita dai politici indiani per convertirli alla sostenibilità. Certo, è innegabile che le maniere semplici e schiette di Gore e la validità del suo messaggi si conquistino, almeno in parte, l’attenzione dello spettatore.


Sequenze dal taglio più scientifico e documentaristico mostrano da vicino gli effetti dannosi dell’inquinamento e l’impressionante velocità con la quale mutano l’ecosistema del pianeta. Gran parte del film è girata durante l’ultima avvelenata campagna elettorale presidenziale americana, quando la vittoria dell’attuale presidente Trump (come quella di Bush figlio nel 2000) veniva considerata come un’eventualità molto remota. Con l’elezione di Donald Trump anche il dibattito sul cambiamento climatico, che si era assopito, pare essersi acutamente riacceso. Nel finale, infatti, Al Gore ammette chiaramente che per sé e per chi ne condivide il pensiero, quanto avvenuto alle elezioni di novembre è un pugno sul viso. L’inquadratura successiva mostra Gore, deciso e battagliero, salire sull’ascensore della Trump Tower per convincere il neoeletto presidente di quanto ormai va sostenendo da una decina d’anni. Ci sarà riuscito?Dalle decisioni dell’amministrazione Trump, è lecito dubitarne.


Almeno in parte, Una scomoda verità 2 è un ritratto di Al Gore: un uomo ricco e famoso che usa proficuamente la sua posizione per spingere i governanti a tutelare il patrimonio paesaggistico rispettando l’ambiente e quindi limitando i perniciosi effetti dell’inquinamento. Non manca comunque un momento particolarmente significativo dei tempi in cui viviamo e della capacità del cinema di registrare la realtà in diretta, nel suo farsi presente: ci riferiamo al momento in cui un’intervista televisiva sul cambiamento climatico, ospitata in uno studio televisivo parigino, viene improvvisamente interrotta dalla notizia dell’attentato terroristico al teatro del Bataclan, la sera del 13 novembre del 2015.


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