Nominato come miglior documentario al British Indipendent Film Awards 2016, Dancer è la storia di Sergei Polunin, uno dei ballerini più promettenti della danza classica contemporanea. Origini ucraine, classe 1988. Il racconto della sua carriera inizia dai sacrifici dei genitori per farlo educare nella migliore accademia di Kiev; poi l'arrivo in Inghilterra alla Royal Ballet School, la nomina a primo ballerino - il più giovane primo ballerino della storia della compagnia - fino agli eccessi, le ribellioni e i tatuaggi, che gli sono valsi il soprannome di «James Dean della danza». Infine la decisione, a 22 anni, sulla cresta dell'onda, di lasciare la danza. Attraverso filmati d'archivio dell'infanzia e materiali privati, girati per lo più dalla madre Galina, scopriamo la storia di Sergei Polunin. In Ucraina, dove la danza è più conosciuta e seguita del calcio, Sergei inizia a coltivare il proprio talento grazie all'aiuto della famiglia. La madre, dal pugno di ferro, gli rimane sempre accanto: è lei a inviare il modulo per la Royal Ballet School, ed è sempre lei che lo accompagna fino a Londra; ma per un cavillo burocratico, lo devo lasciare da solo in Inghilterra. Da qui in poi la vita di Sergei diventa la danza: lascia la scuola e si dedica agli allenamenti e alle prove, fino a diventare il primo ballerino più giovane della storia. Ma ormai l'obiettivo ha iniziato a distruggerlo e, insieme alla notizia della separazione dei genitori, arrivano alcool, droghe, ed eccessi. A 22 anni Sergei trova a Mosca un porto sicuro, anche grazie al suo mentore Igor Zelensky, che gli ridona la passione che aveva perduto. Ma anche qui, dopo l'entusiasmo iniziale, le catene tornano a opprimerlo. Decide quindi di andare in America e di dire addio alle scene una volta per tutte con un gesto che rimarrà nella storia: un video girato con David DeChapelle, sulle note di Take me to the Church di Hozier, dove sfoga tutta la sua rabbia, la sua frustrazione e la sua passione. Un video da pelle d'oca che ha fatto il giro del mondo, diventando virale nel 2015, raggiungendo le 10 milioni di visualizzazioni su Youtube. Un gesto che ha segnato una svolta sia nella danza, creando uno stile più libero e meno legato agli stereotipi, e anche nella vita di Sergei, permettendogli di collaborare per progetti sperimentali e più nelle sue corde. Una vera e propria esperienza che lo spettatore proverà sulla propria pelle. Dancer è un film vibrante di forza e di passione. Una colonna sonora, che non ci si aspetta in un film sul balletto, ben descrive il protagonista: l'intro con Iron Man dei Black Sabbath è perfetto. La regia di Steve Cantor è leggera, quasi non la si percepisce mentre veniamo direttamente catapultati nella storia di Sergei; e ci arrabbiamo e commuoviamo insieme a lui. Le interviste diventano delle vere e proprie conversazioni, lasciate in originale – sia in inglese che in russo – con i sottotitoli, unico e vero modo di apprezzare questo tipo di girato. Un film che emozionerà non solo gli appassionati della danza: lo spirito ribelle e pieno di vita che contraddistingue Sergei non lascia indifferentei. E, se siete curiosi, il 7 febbraio Sergei Polunin presenterà in esclusiva il documentario all'Anteo Palazzo del Cinema di Milano; un'occasione da non lasciarsi sfuggire.