Shirou Emiya è un grande tiratore con l'arco, ma a causa di un infortunio non può più esercitare. Ad aiutarlo a casa con le faccende, Sakura, la sorella minore del suo migliore amico. La sua vita continua in maniera ordinaria, fino a quando scopre di esser un mago: decide quindi di prender parte alla Guerra per il Sacro Graal, guerra che 10 anni prima aveva devastato la città di Fuyuki. Primo capitolo della trilogia di animazione tratta dalla visual novel Fate/Stay Night, pubblicata da Type Moon, concepita da Kinoko Nasu e illustrata da Takashi Takeuchi, campione al box office in Giappone. Nel primo lungometraggio, dopo una prima mezz'ora di trama “romantica” alla Piccoli problemi di cuore, con una sigla da fine episodio anime, veniamo catapultati in un mondo che non ci è stato spiegato: le carte in tavola vengono completamente girate e scopriamo d'improvviso che il protagonista è un mago; ma non ci viene spiegato né il motivo scatenante né come abbia scoperto la cosa. Non vengono presentati i nuovi personaggi, che nella seconda parte sono citati senza che lo spettatore sappia chi sono, e non viene nemmeno presentato il nuovo mondo in compagnia del quale staremo nell'ora e mezza successiva (tutta la seconda parte). Di certo le immagini della sigla non sono abbastanza per far comprendere la storia a chi ne è a digiuno: in Giappone Fate/Stay Night sarà anche una serie famosa ma in Italia ai più non dice nulla. Per lo spettatore è un continuo scervellarsi a capire di chi o cosa si stia parlando, perdendo così il piacere del film e della sua trama. Nelle sale italiane solo il 13 e 14 febbraio, come primo appuntamento della stagione Anime al Cinema 2018, il lungometraggio è tecnicamente valido: un'animazione da anime standard viene brillantemente mixata a fondali e iterazioni di tecnologia 3D e iper-realista. La pecca è proprio l'enorme buco di trama che rende imprescindibile la conoscenza pregressa della graphic novel dalla quale il film viene tratto.