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Vengo anch'io

07/03/2018 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Vengo anch'io

Una commedia dissacrante con al centro la diversità

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Maria, appena uscita dal carcere, vuole andare a Brindisi per vedere la finale di canottaggio a cui partecipa la figlia Lorenza (Cristel Caccetta). Sulla strada incontra Corrado, aspirante suicida, che viaggia con Aldo, ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger di cui era l'assistente sociale. Costretti a fare il viaggio insieme, attraverseranno la Puglia fra mille equivoci e peripezie, obbligati a confrontarsi con il loro passato che riaffiora e il diritto ad un'insperata felicità.


Vengo anch'io si presenta come un road movie, ma è molto di più: l'opera prima della coppia comica composta da Corrado Nuzzo e Maria Di Biase è fortemente ironica, a tratti cinica, parecchio dissacrante e anche un po' politica (parola dei registi). Medusa Film si affida ancora una volta a comici del piccolo schermo (che hanno preso parte separatamente anche ad altri film italiani): far sorridere partendo dalle disfunzioni sociali non è un'utopia, diventa possibile nel Salento grazie a una coppia - sulle scene e nel quotidiano - capace di reinventarsi dai canoni che l'hanno resa celebre. Troviamo dialoghi pungenti e battute sferzanti che danno leggerezza; c'è un buon lavoro di scrittura e una storia solida. Niente è scontato, specialmente quando dei comici dal palcoscenico televisivo arrivano al cinema: solitamente si preferisce andare sul sicuro e costruire loro una perenne confort zone in cui muoversi abilmente; è già successo con altri colleghi della coppia pugliese (ad esempio gli Arteteca in Vita, cuore, battito).


Stavolta, si vuole aggiungere pepe e curiosità ai soliti ingranaggi e dentro un camioncino cominciano ad animarsi differenti suggestioni. Stazione dopo stazione, casello dopo casello, si affrontano, lungo le soste, i problemi e le perplessità di tre personaggi che, in fatto di sfortuna, è come se fossero una persona sola: ripartire non diviene soltanto un concetto legato ai motori e alle canoe ma anche all'esistenza altalenante di individui giudicati "inadatti" dalla società civile.


Il grande pregio di questo film, poi, risiede nell'impresa ardua di essere riusciti a ridere della disabilità: portare al cinema la sindrome di Asperger e, soprattutto, utilizzarla per dar vita a gag e risate non era semplice. Perlomeno in un contesto dove la sensibilità di determinate situazioni avrebbe potuto essere urtata facilmente. Nuzzo e Di Biase hanno dato credibilità a tutto questo con un'adeguata preparazione che ha reso divertente una situazione apparentemente spiacevole e differente dalla consuetudine, senza trasformarla in una banale parodia. Anzi, ridendo dei difetti del giovane Aldo (interpretato da Gabriele Dentoni), abbiamo forse l'opportunità di porre l'accento su un mondo ancora inesplorato come quello che tratteggia Asperger.


Le risate ci sono anche grazie ai camei di Ambra Angiolini, Vincenzo Salemme, Alessandro Haber, Aldo Baglio. Gli scenari salentini del brindisino, infine, offrono poesia e avventura alla vicenda. I due registi, in conferenza stampa, hanno dichiarato che se il film dovesse andare bene, dopo anni di convivenza, convolerebbero a nozze. Nel complesso, potrebbero già preparare le fedi e il bouquet, con buona pace della produzione.


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