
Parigi, 1900: il celebre scrittore e drammaturgo irlandese Oscar Wilde (Rupert Everett) vive di stenti in Francia, in un umile locanda e in precarie condizioni di salute. L'uomo che soltanto pochi anni prima era considerato uno dei più grandi scrittori della sua epoca, viene incarcerato per 2 anni e accusato di atti osceni per la sua omosessualità e la relazione con il giovane amante Bosie Douglas (Colin Morgan). Uscito di prigione, Oscar proverà a riprendere la sua carriera e la sua vita assieme all'aiuto dei fidati amici Reggie Turner (Colin Firth) e Robbie Ross (Edwin Thomas), riallacciando i rapporti con l'amante e la moglie Constance (Emily Watson). Presentato in anteprima al Sundance Film Festival e al BFI Flare: London LGBT Film Festival, The Happy Prince - L'ultimo ritratto di Oscar Wilde è il film d'esordio da regista e sceneggiatore dell'attore britannico Rupert Everett, incentrato sugli ultimi mesi di vita di uno dei più importanti drammaturghi e scrittori del 1800. Ne racconta la celebrità e la successiva caduta in disgrazia dopo l'accusa di atti osceni e l'incarcerazione per 2 anni dovuta alla relazione con l'amante Bosie Douglas. Rupert Everett realizza un biopic storico che parte dal soggiorno di Oscar Wilde in Francia negli ultimi mesi della sua vita, per andare a ritroso a raccontare l'ingiusta incarcerazione e il tentativo di rifarsi un nome. Supportato da un'estetica non troppo patinata e di sicura eleganza, The Happy Prince - L'ultimo ritratto di Oscar Wilde conta su una messa in scena curata e precisa (compresa nella rappresentazione del periodo storico in cui si svolge la vicenda). Rupert Everett sceglie un approccio intimo e privato sulla figura di Wilde, optando per il racconto dell'uomo più che del genio , nonostante il film sia un omaggio e ricordo al grande scrittore. In The Happy Prince - L'ultimo ritratto di Oscar Wilde prevale un tono malinconico: l'attore britannico rende il suo Wilde un uomo dall'anima crepuscolare, stanco sia nel corpo che nello spirito. Una sorta di elegia che narra una tragica caduta materiale e privata. L'Oscar Wilde del film è personaggio accentratore, una specie di attore sul palcoscenico della vita in un continuo spettacolo, e forse sono questi elementi meno banali del solito il punto di forza maggiore del film. Perché The Happy Prince - L'ultimo ritratto di Oscar Wilde è obbligato forse a svolte un po' programmatiche, a personaggi di contorno poco incisivi. Procede a tratti come un convenzionale biopic dedicato a un grande figura artistica e storica. La sceneggiatura va a pilota automatico, anche se mantiene una sua nobiltà e regala una ovvia accusa sulla società bigotta e ipocrita dell'epoca (tanto condivisibile quanto poco efficace). Riesce meglio nel racconto della totalità della figura protagonista: un uomo bisognoso d'affetto, alla ricerca di un amore che non gli è stato permesso.