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Parasitic Twin

30/05/2018 11:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film,

Parasitic Twin

Parasitic Twin

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Il titolo, le premesse, l'atmosfera, le intenzioni sono quanto di meglio possa offrire l'horror indipendente italiano Parasitic Twin. Ambientato in una selvaggia e primordiale natura abruzzese, lungo le rive del limpido fiume Tirino, che per l'occasione ha sfoderato nebbie a non finire, il film racconta la storia di Jana (la ballerina Francesca Pellegrini) che cova in sé il dramma fisico e psicologico di un gemello parassita. L'orrore visivo di questa deformità, purtroppo, non sarà mai concesso per tutto il film, e lo spettatore dovrà accontentarsi dell'esibizione reiterata delle nudità delle protagoniste, giovani e graziose ragazze, tutt'altro che deformi e orripilanti. Ed ecco le premesse: quattro amiche molto legate fra loro, cresciute insieme da bambine in un orfanotrofio, si ritrovano per una gita in barca su un'isola, allo scopo di far trascorrere una giornata rilassata e spensierata ad una di loro, la più piccola, che ha subito da poco l'intervento chirurgico di separazione dal gemello parassita, cioè il feto non correttamente formato, assorbito dalla ragazza e che ne intacca l'organismo. Di tutto ciò però, non fateci la bocca, non appare traccia nel film, se ne accenna soltanto.


Le fanciulle saltano tra i boschi come delle ninfe, indossando corsetti ricamati e sfilacciati (da qui forse la definizione di film gotico...?) giocano con l'acqua e appaiono ossessionate dalle loro abluzioni. I loro personaggi sono sufficientemente caratterizzati per il genere: c'è Maya (Dany Tonks), la rossa spregiudicata e sicura di sé; Sara, un po' altezzosa e riservata (Giulia Martina Faggioni); Emily (una brava Anna Butterworth), ipersensibile e fragile; Helen (la bionda Esmeralda Spada) la cui fortuna è quella di morire per prima, evitando così una serie imbarazzante e continua di bagni, privi di senso. Il pericolo che le minaccia, la mente malata di Jana, è incarnato da una signora, Doris (Doris Nite), spaventosa solo perchè infagottata in abiti fuori stagione e capace di essere presente inverosimilmente in ogni scena in cui una delle protagoniste rischia la vita.


A metà fra Picnic ad Hanging Rock, per il cast da dormitorio femminile, l'atmosfera bucolica rarefatta e il senso di enigmatica interpretazione e uno (scollacciato) horror movie anni '70, per l'esibizione ostinata dei corpi svestiti delle protagoniste (ma senza gore), Parasitic Twin lascia sperare in qualche brivido di paura ma appare come un'occasione sprecata. Claudio Zamarion, oltre che regista, è anche direttore dell'apprezzabile fotografia del film. Il cast ce la mette tutta, la storia poteva essere accattivante, le immagini sono belle ma il difetto peggiore del film non sono gli errori o le mancanze - in fondo si tratta di un'opera prima - quanto una certa dose di presunzione autocelebrativa.


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