Simone Spada, al suo secondo lungometraggio dopo Maìn - La casa della felicità del 2012, sceglie una commedia corale ambientata nell'innevata Armenia. Il brillante Tommaso Ragno, appena visto in Lazzaro Felice, interpreta il produttore cinematografico di quart'ordine Franco Paradiso, che viene invitato da un politico, anch'esso improvvisato e corrotto, a organizzare una vera truffa: dovrà trovare una manciata di disperati e accroccare una troupe cinematografica per andare a girare un film in Armenia, ma non appena avranno avuto il finanziamento dei fondi europei per il cinema, il produttore fuggirà col malloppo. Franco Paradiso inizia a reclutare, letteralmente, a casaccio: Sergio (Luca Argentero), un fotografo di matrimoni dipendente dalle droghe; una prostituta dai grandi occhi infantili (Silvia d'Amico) come attrice protagonista; un tecnico del suono trovato in un bar (Claudio Amendola), Nicola (Giuseppe Battiston), un idealista professore di storia aspirante regista e autore del soggetto del film; la complice Valeria (Barbora Bobulova), che parla armeno e dovrà accompagnare i malcapitati in qualità di organizzatrice. Ma non appena arrivati a destinazione, nel paese scoppia la guerra e i nostri malmessi eroi rimarranno isolati nel fatiscente ma attrezzato Hotel Gagarin, immerso fra interminabili distese di neve. Proprio allora arriva la notizia che il produttore li ha truffati e che il film non si farà più. Da un sogno infranto nascono tanti nuovi, piccoli sogni. Da un gesto gentile, ne scaturiscono a catena tanti altri. E arriva la speranza, la felicità , torna la voglia di vivere. Qui sta l'idea più bella, poetica e riuscita del film: i cinque derelitti iniziano ad aiutare la gente del paese, grazie ai mezzi cinematografici a disposizione, a realizzare i propri sogni: chi si vede cowboy, chi ballerina, chi novello Jurij Gagarin a fluttuare nello spazio. Simone Spada ha idee bellissime, amabilmente naif, ma per spiccare il volo forse potrebbe osare di allontanarsi, almeno un po', dai sentieri scontati e battuti della finzione televisiva, della gag scatologica, dalle simmetrie amorose per far contento il pubblico. Insomma, allontanarsi dal banale. Hotel Gagarin è una commedia piacevole, divertente, visionaria romantica, nella quale si avverte la malinconia di un paese, l'Italia, che quasi nessuno ama più; dal quale ci si vorrebbe allontanare perchè si è rimasti delusi. La soluzione sta nel ritrovare la propria umanità , e per capirlo meglio è necessario allontanarsi: perchè, come disse il cosmonauta Gagarin, «la Terra vista dallo spazio è un posto senza frontiere né confini».