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End of Justice - Nessuno è innocente

28/05/2018 11:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film,

End of Justice - Nessuno è innocente

Un thriller giudiziario avvincente

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Portare avanti ciò in cui si crede, perseguire i propri ideali fino in fondo è un percorso difficile e doloroso, quasi impraticabile, e richiede enormi sacrifici personali. Ne sa qualcosa l'avvocato difensore Roman J. Israel (un Denzel Washington talmente bravo a impersonare il ruolo da aver ricevuto una candidatura come Miglior Attore Protagonista agli scorsi premi Oscar): il suo Roman è un uomo di straordinaria intelligenza e capacità mnemonica, tanto da sembrare affetto da una patologia nello spettro autistico; nel nostro eroe coesistono capacità al di fuori del comune, insieme a grosse difficoltà a gestire le relazioni sociali e ad avere reazioni contenute e adeguate. Roman è una persona solitaria e isolata, destinata a vivere nell'ombra. Questo eccezionale avvocato, abituato a non seguire i casi in prima persona ma a lavorare sodo, dietro le quinte, avrà la vita stravolta dalla morte del suo socio. Le circostanze, unite a un carattere inadatto ai compromessi, porteranno l'idealista Roman, da sempre attivista nella difesa dei diritti umani, a uscire allo scoperto, a relazionarsi con l'avvocato carrierista interpretato da Colin Farrell, con la bella e ispirata Maya (Carmen Ejogo) e soprattutto con i malcapitati clienti dello studio legale.


Il regista Dan Gilroy ci aveva abituati a storie inconsuete e spietate con Lo sciacallo - The Nightcrawler: anche questa volta le ambizioni e la fallacità della natura umana porteranno a un epilogo da tragedia. In End of Justice - Nessuno è innocente, però, la storia assume degli accenti sentimentali e patetici che potrebbero non essere apprezzati da tutti e che intaccano un film magistralmente interpretato e che sa essere indagine nel cuore e nella mente di un uomo speciale, capace di cambiare chi gli sta accanto nonché leggi e destino della storia della giurisprudenza americana.


Il contesto di un sistema giudiziario sovraccarico, spesso disumano, potrebbe ricordare Michael Clayton di Tony Gilroy, nel quale un avvocato piuttosto cinico viene messo di fronte e delle scelte morali; soltanto che in End of Justice - Nessuno è innocente il percorso etico dell'avvocato Roman J. Israel appare, per un certo tratto, rovesciato. Thriller giudiziario avvincente, ritratto umano dalla psicologia credibile e affascinante; ben inserito nell'eterno mito americano del piccolo uomo in apparenza insignificante, fallibile e umano, capace, se non di raggiungere il successo personale, sicuramente di cambiare in meglio mondo, anche paganedo i propri sbagli con la vita.


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