Innamorarsi a Parigi? Se lui è un clochard, che i piedi nudi li ha davvero (e non per scelta), e lei una bibliotecaria canadese, che scende dalla montagne innevate per cercare la zia Martha (Emmanuelle Riva), vecchina che scappa per sfuggire alla casa di riposo, allora la storia non è poi così scontata. Fumetto, mimo, cartone animato: nel film di Dominique Abel e Fiona Gordon, registi e interpreti, la realtà è poco più che una scenografia dipinta e spiegazzata, su un quaderno a quadretti. Storia improbabile, poetica, divertente e romantica... anche se in modo non del tutto canonico. Il cinema di questi due autori si ispira a quello di Jacques Tati, che è danza, teatro, mimo, sogno e un po' di follia. I personaggi del film ricordano il Monsier Hulot di Tati, l'uomo vestito con impermeabile e cappello, con la sua comicità fisica e visiva, fatta di dialoghi ridotti al minimo indispensabile. Eppure, con tutta questa – apparente – semplicità e leggerezza Parigi a Piedi Nudi parla della solitudine, della paura della morte, dell'importanza del reciproco aiuto e di come la vita sia fatta di incontri casuali e coincidenze bizzarre, che spingono le persone a non incontrarsi mai o ad incontrarsi fin troppo spesso. Fiona (Fiona Gordon) la nostra eroina, però, anche se sospinta dal peso dello zaino, dalle circostanze, dalla musica che muove i suoi passi, opera una scelta; e anche se si ritrova sempre di fronte un aitante e cordiale poliziotto canadese, finisce con l'innamorarsi di Dom (Dominique Abel) il “ladro” che si è appropriato dei suoi maglioni e li indossa. C'è chi fino a ora ha vissuto ben poco, come Fiona, e chi la vita se l'è goduta fino in fondo, a Parigi, come l'anziana zia Martha: ma il film è un invito a non sprecare tempo, e giocare, danzare, essere gentili, non arrendersi e innamorarsi. Inevitabile l'accostamento, nelle scene di ballo, come quella deliziosa, sulla panchina, dei due vecchietti – ex amanti ed entrambi braccati dalle infermiere della casa di riposo – a La La Land. Ma se il film di Damien Chazelle voleva librarsi al di sopra della realtà di qualche passo di danza e mostrare un mondo impossibile, velato di malinconia e desiderio, Parigi a piedi nudi è un dagherrotipo che ridisegna, abbozzandole appena, le regole della vita e del destino, insegnandoci la semplicità e la felicità nel modo in cui la immaginano i bambini.