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Peggio per me

07/06/2018 10:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film,

Peggio per me

Una commedia intimista, divertente e mai scontata

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Per Francesco (Riccardo Camilli) - insegnante dal lavoro traballante, padre separato e perseguitato da un senso di inadeguatezza e fallimento - i 40 anni sono il momento per fare qualche bilancio. Scoraggiato dagli insuccessi lavorativi e sentimentali, umiliato dalla tenerezza di una madre con la quale è tornato a vivere, l’uomo decide di farla finita e saltare da un ponte. Riccardo Camilli, regista al suo ottavo lungometraggio e protagonista del film, ci accompagna con la tutta la sua umanità in una commedia divertente e al contempo malinconica, che parla a non solo a una generazione, ma anche a tutti coloro che forse non sono diventati proprio quello che sognavano di essere da bambini e lo fa usando diversi registri: anche quello del realismo magico.


La salvezza per Francesco arriva, infatti, da una musicassetta che stava ascoltando in auto, ritrovandosi a dialogare con una voce che è quella di se stesso da bambino, che lo rimprovera e lo incoraggia. Ma ritrovare la voglia di vivere e la forza di mettersi in gioco dell’infanzia, nonostante gli eventi soprannaturali, non sarà facile per lui. E neppure per il suo migliore amico e compagno di giochi, Carlo (Claudio Camilli), abissalmente depresso in una spirale autolesionista che, proprio come accade a Francesco, non gli fa vedere le possibilità né cogliere le opportunità per essere di nuovo felice. Accattivante, pieno di sorprese e di personaggi sfasati, più o meno smarriti lungo il percorso della vita, tutti a rimpiangere qualcosa o qualcuno, Peggio per me elargisce in uguali quantità sorrisi e magoni esistenziali. E regala creazioni memorabili, come lo zio Gustavo (Ferruccio Lanza), santone dai super poteri, tutt’altro che ascetico (mangia cinghiale e lavora nei campi) e il cammeo del bravissimo e poliedrico Angelo Orlando, David di Donatello per Pensavo Fosse Amore…invece era un calesse.


Le due attrici Alessandra Ferro e Laura Nardi vengono dal teatro e interpretano meravigliosamente le mamme di Francesco e Carlo e tutte le mamme, strambe o tenerissime, lontane e inarrivabili, opache, dimenticate, appannate dalla vecchiaia, colpevoli di non essere più quelle dei nostri ricordi. Omaggio a Massimo Troisi, i cui film vengono più volte citati (il viaggio nel tempo, i tentativi di suicidio sventati…) il lavoro di Riccardo Camilli ne conserva lo spirito scanzonato e malinconico e anche la poesia. Peggio per me è una commedia intimista non scontata, ambientata un contesto romano che non scade – per fortuna – nella gag dialettale o nella battutaccia, ma fa del povero Francesco un antieroe malinconico, vittima dei tempi moderni ma soprattutto del cinismo e della sfiducia nelle proprie possibilità che il tempo, talvolta, ci scava dentro.


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