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Roma

30/08/2018 10:00

Valentina Pettinato

Recensione Film,

Roma

A Venezia 75 torna un altro mostro sacro del cinema: Alfonso Cuaron

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Alla 75ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia torna un altro mostro sacro del cinema: Alfonso Cuaron apre la seconda giornata della kermesse con una pellicola targata Netflix, Roma, suo ultimo lavoro in concorso al festival. Il film è un ritratto intimo e familiare durante i turbamenti politici di Città del Messico negli anni Settanta. Seguiamo la storia di una giovane domestica, Cleo, che insieme ad Adela è a servizio di una famiglia numerosa e borghese che vive nel quartiere Roma. Cleo accudisce amorevolmente la famiglia e gli animali domestici; nel tempo libero vive la sua storia d’amore con un giovane ragazzo messicano. Ma l’innocenza e la sua buona volontà non bastano a farle vivere una vita serena: dovrà fare i conti con la politica, con le contraddizioni familiari che la circondano e con un dramma personale che rischierà di compromettere le sue speranze per il futuro.


Roma è un film intenso e delicato, forse quello più vicino alla storia personale del regista. Un piccolo gioiello di intrecci femminili, che trae ispirazione dalle donne che Cuaron ha conosciuto durante la sua infanzia. Girato in un poetico bianco e nero, il film si spande luminoso come la forza di queste donne, che cercano di tenere insieme equilibri domestici fragili e precari. L’acqua è un tratto dominante: apre la pellicola già negli splendidi titoli di inizio, domina la scena durante le sequenze di pioggia. Simboleggia il parto e torna nelle scene finali girate in spiaggia, a ricompattare con forza l’armonia che era smarrita per colpa di uomini subdoli e profondamente egoisti. E questa acqua, che inonda diversi momenti della pellicola, lava via il peccato commesso, il rancore e i turbamenti. Maieutica, genera una nuova dimensione familiare, più forte della precedente.


L’ultimo lavoro di Alfonso Cuaron ci parla di un periodo passato che, solo apparentemente, non c’è più ma che troviamo in spaccati della nostra società. In dimensioni che non conoscono briglie spazio/temporali, fatte di umanità, limiti, debolezze. A dare valore aggiunto a questo film, che sicuramente lascia il segno per bellezza estetica e per l’uso magistrale del sonoro, anche il modo in cui la pista storico/sociale si intreccia a quella narrativa in una sapiente rappresentazione delle classi sociali. Roma è un film che ferma il tempo e ce lo restituisce come se fosse sacro.


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