Il termine "Hunter Killer" indica un sottomarino attrezzato per individuare e distruggere navi o sottomarini nemici. Già dal titolo è quindi facile evincere quanto questo film si accodi alla lunga tradizione di pellicole “sui sommergibili”, che vede il suo antenato più illustre in Il segreto del sottomarino, datato 1915, arrivando sino ai giorni nostri lungo con cult come Caccia a ottobre rosso o Allarme rosso, entrambi tratti dai romanzi di Tom Clancy. Anche alla base di questo Hunter Killer - Caccia negli abissi vi è un libro: Firing point di George Wallace, ex-comandante di sommergibili ormai in pensione. Sotto i ghiacci del Circolo Polare Artico, russi e americani stanno ancora combattendo una Guerra Fredda nascosta agli occhi del mondo. Quando un sottomarino russo viene attaccato e uno americano sparisce dai radar, l’ombra della Terza guerra mondiale si fa incombente. La sola speranza di evitarla viene riposta nel comandante Joe Glass (uno stoico Gerard Butler, che ci viene presentato mentre va a caccia di daini in Scozia armato solo di arco e frecce) che dovrà capire cos’è accaduto nel mare Artico e salvare la situazione prima che precipiti. La trama di Hunter Killer - Caccia negli abissi evoca il cestone dei DVD in offerta di qualche grande magazzino. Un thriller politico/militare con grosse iniezioni di action, di quelli che risultavano già fuori tempo massimo negli anni ’90. Figuriamoci nel 2018! In Hunter Killer - Caccia negli abissi c'è la Guerra Fredda, ci sono i russi (notoriamente cattivi), ci sono gli americani (buoni) e c’è un forte patriottismo che trasuda in ogni fotogramma: se non è un action 80s questo... Tutto ciò al netto della rigidità morale di tutti (nessuno escluso) i militari presenti in scena (e sono tantissimi dato che è un film di guerra), al punto che i personaggi risutano essere caricaturali al limite della parodia. Ed il primo, il più ferreo e quindi suo malgrado anche il più ridicolo, è proprio Gerard Butler, che per 120 minuti di film ha impressa sul volto la medesima, granitica espressione. Nervi d’acciaio, mente sempre lucida e volontà di ferro. Nonostante l’ottimo cast (c’è anche Gary Oldman fresco fresco di Oscar) l’impressione è di stare guardando un costoso b-movie. Intrattiene per il tempo della sua durata (forse eccessiva) a patto di non porsi troppe domande, ma si dimentica facilmente qualche ora dopo averne concluso la visione.