Il Natale è alle porte, così come l’innumerevole sequenza di film natalizi che scandiranno le feste a colpi d’incassi. Cominciano i Vanzina che, a pochi mesi dalla scomparsa di Carlo, presentano la loro commedia. Il plurale è d’obbligo, in quanto quest’opera è stata concepita a quattro mani, successivamente affidata alla supervisione di Marco Risi per via delle gravi e impossibilitanti condizioni di Carlo Vanzina. Natale a cinque stelle è il primo film natalizio ad arrivare su Netflix: i tempi cambiano e ai fratelli Vanzina serve una sferzata di novità ; così riprendono il testo teatrale Out of Order di Ray Cooney e ne traggono una vicenda rielaborata per il cinema e adattata alle esigenze nostrane. La trama prevede sempre una serie di equivoci e fraintendimenti, tradimenti e scappatelle incluse, in un eterno gioco delle parti che, però, stavolta, coinvolge la politica. La storia ruota intorno al Premier grillino Franco Rispoli – interpretato da Massimo Ghini – che si ritrova, sotto le Feste, in Ungheria per affrontare un vertice bilaterale. L’evento non è altro che il pretesto ideale per incontrare una deputata toscana del PD, a cui presta le fattezze Martina Stella, e gettare le basi di una relazione segreta. Il Capo dello Stato, però, dovrà fronteggiare l’inaspettato ritrovamento di un cadavere nella suite del lussuoso albergo dove alloggia, allora, per evitare lo scandalo e far trapelare la notizia, chiamerà in soccorso il suo maldestro portaborse (Ricky Memphis). Intrecci, infedeltà e bizzarre peripezie con un pizzico di ambizione satirica. Malgrado i meccanismi siano sempre gli stessi, c’è l’ulteriore auspicio di descrivere simpaticamente la situazione governativa nostrana. Ovviamente, il clima è più simile a una rappresentazione del Bagaglino che a una commedia pungente: tuttavia, la risposta degli attori coinvolti è stata piuttosto positiva – forse mossa dall’attaccamento che molti avevano nei confronti di Carlo – e un sorriso riesce a strapparlo. Nonostante il buon lavoro di Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Riccardo Rossi Natale a cinque stelle resta un lavoro piuttosto scontato. Non può definirsi imperdibile. Come ha ammesso Marco Risi, che è subentrato a Carlo Vanzina nella regia: «Fare la commedia è difficilissimo, e qui poi avevo una responsabilità enorme: quella di dover fare un film un po' alla Carlo, pensando come lo avrebbe fatto lui, e un po' a modo mio». Il progetto finale, dunque, è figlio di moltissime suggestioni e qualche rimpianto. A maggior ragione sarebbe inutile fare paragoni col passato, perché qualsiasi confronto non garantirebbe il risultato sperato. Forse, è arrivato il momento di voltare pagina evitando qualsiasi accanimento su un genere oramai desueto. A prescindere dalle aspettative.