
La mummia Ötzi ha un potere speciale, magico: quello di comandare il tempo. Eppure non sono super gli effetti speciali di Ötzi e il mistero del tempo e i protagonisti non sono supereroi ma solo ragazzini normali, alle prese con normali problemi di vita, treni da prendere per arrivare dove desiderano, pomeriggi da trascorrere giocando, e lutti difficili da affrontare. Gabriele Pignotta, al suo secondo lungometraggio, realizza un'opera di fattura artigianale, che richiama l'ingenuità dei film per ragazzi degli anni Ottanta e Novanta e prende spunto da una “storia vera”: la mummia Ötzi, ritrovata fra i ghiacciai al confine fra la Val Senales e la Otzal tirolese, oggi al museo di Bolzano. Dare una base reale e storica alla vicenda raccontata è stata una felice intuizione, perchè è di stimolo alla curiosità di conoscere e di scoprire, nota di merito in un film rivolto ai ragazzini. Kip (Diego Delpiano), Elmer ed Anna trascorrono il tempo giocando e curiosando. I nostri eroi sono cacciatori di tesori e, curiosando in un museo, ne trovano uno per davvero. Kip infatti, ha perso da poco la mamma, un'antropologa appassionata al suo lavoro, dotata inconsapevolmente di un qualche potere sciamanico che gli ha trasmesso. Lo sciamano Ötzi (Michael Smiley) morto durante il Neolitico, si risveglierà dal suo lungo sonno nel museo per tramandare segreti e misteri al nuovo piccolo sciamano. Non sarà affatto semplice, perchè sulle loro tracce c'è una strega chiamata Gelica (Alessandra Mastronardi) che ha delle ottime ragioni per volersi impadronire del potere di bloccare il tempo. Ötzi e il mistero del tempo è stato in concorso al Giffoni Film Festival 2018, dove ha vinto meritatamente il premio come Miglior Film nel segmento +6. Infatti, nonostante qualche imperfezione, è adattissimo ai bambini: dona qualche brivido e, soprattutto, insegna che la magia ha origine dallo sciamanesimo, nasce per curare, trae forza dal potere della natura e la sua malvagità o bontà dipendono solo dalla qualità umana di chi lo anima. Lascia intuire con delicatezza che il potere più forte e grande è quello che una madre lascia al proprio figlio, un dono di fiducia e di amore, che è anch'esso una forma di magia.