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Bernini

12/11/2018 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Bernini

Il ritorno nella Capitale di Gian Lorenzo Bernini

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Oltre sessanta capolavori, disponibili alla Galleria Borghese di Roma, rappresentano il ritorno nella Capitale di Gian Lorenzo Bernini. Quest’occasione – più unica che rara – si trasforma in un appuntamento cinematografico esclusivo che analizza dettagli e retroscena delle opere giunte dai più prestigiosi musei del mondo: la storia dell’arte torna in sala. Lo scultore barocco Gian Lorenzo Bernini è stato un visionario in grado di arrivare laddove altri si sono fermati, dando lustro a certezze ignote per quei tempi. Il documentario a lui dedicato porta al cinema per pochi giorni il Bernini artista e il Bernini uomo.


Si evidenziano le numerose allegorie presenti nelle opere: società, natura e umanità sono così connesse che è possibile attribuire a Bernini una vis politica piuttosto rilevante. Ma ogni congettura decade dinnanzi alla magnificenza di ciascuna opera. Il cinema entra nell’arte scultoria e viceversa, in un tale scambio di intenti e visioni che al pubblico rimane l’interesse e la voglia di approfondire. Soprattutto grazie a una regia puntuale che, scena dopo scena, indugia su tratti imperdibili che rendono qualsivoglia scultura un miracolo prospettico e concettuale. Molto risalto viene dato al pathos che l’artista conferiva in ogni sua opera: suggestivo è lo zoom sul Ratto di Proserpina, al limite fra sentimento, estasi e epica. Tutto lascia intendere che qualunque fotogramma sia travolto da un’emozione particolare ed intrinseca che funge da traino per il restante intreccio narrativo. Al pari di un puzzle gigantesco che coniuga velleità artistica e verità storica. In un’epoca pervasa dai pittori, questo scultore - di origini napoletane, ma romano d’adozione - ripropone miti e natura su pietra facendo del marmo la sua trama. Fino a che parecchi pittori hanno provato a riportare su tela la sua arte... non sempre con risultati eccellenti. Bernini eleva lo scultore a icona, confezionando un progetto inedito per il cinema che, tuttavia, assume un’importanza rilevante a livello didattico: quest’opera cinematografica diviene un’occasione per disquisire su reperti storici e artistici non sempre compresi. La sala cinematografica apre le porte al cimelio, con garbo e grazia.


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