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Sarah & Saleem - Là Dove nulla è Possibile

16/01/2019 12:00

Marcello Perucca

Recensione Film,

Sarah & Saleem - Là Dove nulla è Possibile

Una storia di tradimenti si trasforma in una vicenda più grande, che ha a che fare con la questione palestinese

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Gerusalemme: Sarah e Saleem, entrambi sposati, hanno una relazione extraconiugale. I loro incontri si consumano in fugaci rapporti sessuali nel retro del furgone dell’uomo che, di mestiere, fa il fattorino. Si sono conosciuti nel bar gestito da Sarah e il loro rapporto non si sa se sia basato su un vero sentimento di affetto o se derivi semplicemente dal desiderio di fuggire dalle difficoltà e dalle tensioni percepite nelle rispettive famiglie. Sarah è la moglie di un colonnello dei servizi segreti israeliani, totalmente coinvolto dal proprio lavoro; Saleem è sposato con Bisan, che aspetta un bambino. Certo è che le difficoltà a frequentarsi sono molte: una relazione fra un arabo e un’ebrea in una città come Gerusalemme, dove la tensione fra la parte est e quella ovest è palpabile, non è facile. Al di là della difficoltà a tenere nascosta alle rispettive famiglie la loro relazione, si sommano le tensioni di natura politica, sociale e razziale che spingono i due amanti verso la clandestinità. La situazione precipita una sera, quando Saleem, che si trova insieme a Sarah, rimane coinvolto in una rissa. Episodio improvviso, quanto incontrollabile, che sarà la causa della repentina svolta della storia fra i due e che li farà sprofondare in un baratro dal quale non riusciranno più a uscire. Da questo punto in poi la vicenda dei due amanti si trasformerà, da affare privato, in una questione di dominio pubblico.


The Reports On Sarah And Saleem, prodotto dai fratelli palestinesi Muayad Alayan, nelle vesti di regista, e Rami Musa Alayan, in quelle di sceneggiatore, è un film che trasforma un affare privato di tradimenti in una vicenda più grande, che ha a che fare con la questione palestinese. In un crescendo di episodi che portano Sarah e Saleem a vedere distrutte le proprie vite, c’è tutto il dramma di una terra dilaniata da un conflitto apparentemente insanabile. Il pregio del film dei fratelli Muayad, che si avvantaggia di una produzione internazionale (Olanda, Germania e Messico), una sceneggiatura che non perde colpi e, per tutta la durata del film, non giudica in alcun modo la vicenda privata fra Sarah e Saleem; al contrario, pone più di una domanda su quanto sta accadendo in quella terra soggiogata e divisa, dove il concetto di libertà riguarda esclusivamente una parte della popolazione, mentre l’altra, quella palestinese, è costretta a fare i conti quotidianamente con i soprusi del più forte.


La realizzazione di The Reports On Sarah And Saleem non è stata facile, come spiega Muayad Alayan: infatti, le scene girate a Betlemme, città praticamente isolata dal muro eretto dagli israeliani, sono state ripetutamente interrotte dall’esercito della Stella di Davide, che ha confiscato veicoli e oggetti di scena e sequestrato lo stesso regista per ore. La storia narrata nel film evidenzia come in Israele sia in vigore la cultura dello spionaggio, della segnalazione e del ricatto: Saleem e Sarah, pur essendo entrambi vittime, sono l’emblema dei due popoli. Tuttavia una minima speranza di dialogo fra i due popoli forse esiste, come dimostra la scena in cui Sarah e Bisan sono riprese dalla macchina da presa frontalmente, sedute sulle sedie di una sala d’aspetto. Pur vedendole separate da una sedia vuota, quel fugace sorriso che si scambiano può essere preludio a un dialogo che può portarle, loro che sino ad allora sono state nemiche, a una sorta di pacificazione. Da elogiare le ottime prove degli attori principali: Adeeb Safadi, che interpreta Saleem; Sivane Kretchner, nel ruolo di Sarah; Maisa Abd Elhadi, in quello di una solo apparentemente fragile Bisan.


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