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Drive Me Home

05/12/2018 12:00

Valentina Pettinato

Recensione Film,

Drive Me Home

Un road movie con Marco D’Amore e Vinicio Marchioni

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Drive me home, presentato nella sezione Festa Mobile del 36° Torino Film Festival, è il lungometraggio d’esordio del regista torinese Simone Catania, un road movie che mette a confronto due attori come Marco D'Amore e Vinicio Marchioni. La scelta è interessante e mette alla dura prova i due protagonisti, che si svestono dei loro panni abituali e recitano in ruoli distanti dal proprio background: nel film di Catania sono due ributtanti giramondo, alle prese con un tuffo nelle proprie origini siciliane.


Antonio e Agostino sono due amici d’infanzia che si sono persi di vista da 15 anni: cresciuti insieme in un paesino della Sicilia, entrambi hanno percorso strade dell’Europa, cercando rifugio di città in città, senza una vera meta e senza un vero piano. Quando Antonio scopre che la sua casa d’infanzia, ormai disabitata, sta per essere venduta all’asta, decide di cercare Agostino – che, nel mentre, fa il camionista - per trovare una soluzione e salvare quella casa alla quale sono entrambi legati.


Il racconto di due uomini fragili, provati dalla vita. Due protagonisti che stretti nell’abitacolo di un tir si confessano tra asfalto e lingue differenti, per riscoprire brandelli di passato e riaprire vecchie ferite che bruciano ancora, e tanto. La narrazione, frutto di una mescolanza di linguaggi e accenti europei diversi, è simulacro di un passato liquido in cui entrambi si sono tuffati per sfuggire alle origini. Randagi per l’Europa – proprio come tanti giovani alle prese con le difficoltà della propria terra d’origine - hanno entrambi cercato una dimensione ideale per potersi permettere la felicità.


Così l’impresa di rendere credibili due personaggi fortemente legati ad altri immaginari riesce e sorprendentemente bene. Confermandosi due magnifici attori, Marco D'Amore e Vinicio Marchioni si rappresentano come due apparenti looser che ciondolano tra lavoretti alla ricerca della propria occasione e di un proprio posto nel mondo. Con un potente stile visivo, che mette a confronto le gelide luci del nord Europa e le atmosfere calde e quiete del sud Italia, Drive Me Home è un film intimo e attualissimo che ci spinge a riflettere sulle vie di fuga che forse ci meritiamo di trovare, per permetterci una vita migliore. Dal punto di vista stilistico interessante anche la volontà di indugiare sulla grammatica dei camionisti, sulle abitudini di un mondo poco conosciuto ma estremamente affascinante fatto di appartenenza a una comunità di gente che ha scelto il movimento come stile di vita. La sceneggiatura privilegia molto la componente introspettiva, questa dimensione di solitudine che abbraccia diversamente i due protagonisti, ed è estremamente metaforica. E, bellissima scelta, stressa il concetto di casa, che si fa origine, natura, amicizia, abitacolo di un tir.


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