Luca Miniero, dopo il riadattamento di Sono tornato - che vedeva Mussolini tornare per le strade di Roma, come già Hitler in Germania nel tedesco Lui è tornato - ritrova Frank Matano in Attenti al gorilla. Matano veste i panni dell’avvocato Lorenzo, fallito e in crisi coniugale, costretto a dividere casa e spazi vitali con un gorilla. La voce dell'animale è di Claudio Bisio, altro nome familiare a Miniero. Attenti al gorilla persegue il fine di riportare al cinema le famiglie attraverso l’ironia, imperniata attorno al concetto di "diversità ": le differenze tra esseri umani e animali fanno da pretesto per raccontare la convivenza; quest’opera vuole alleggerire le coscienze, facendo riflettere il pubblico sui pregiudizi in merito agli animali. E anche agli umani. Miniero modernizza quel filone del passato su cui si è costruita la saga filmica dei vari Beethoven: al posto del sanbernardo, troviamo il gorilla da cui, inizialmente, bisogna allontanarsi per poi prenderlo ad esempio. La stazza grande, così come la sua natura, intimorisce per via di preconcetti basati sul nulla. Miniero lo sa e ci scherza su, esasperandoli anche con l’ausilio di un cast assortito. Emergono le interpretazioni di Diana Del Bufalo, con la sua autoironia, e di Lillo Petrolo che garantisce sempre quel tasso di nonsense utile a convogliare la narrazione nei canoni dell’irriverenza. Cristiana Capotondi è la vera sorpresa di Attenti al gorilla: nel ruolo di contraddittoria donna in carriera, l'attrice romana si esprime al meglio e si rivela perfetta per la commedia. Attenti al gorilla è l’ennesimo tassello verso un modo diverso di fare commedia: non esiste più il genere puro che caratterizza un film dall’inizio alla fine; Luca Miniero, come tanti suoi colleghi, sta portando il cinema italiano verso l'ibridazione. In uno stesso girato c’è la commistione di più generi che si vanno a equilibrare. Il cinema, come la chimica: al posto delle pozioni, le emozioni. In entrambi i casi, le reazioni sono assicurate.