
A volte con i film si sbaglia del tutto l'approccio: ancora nel 2019 pensiamo che qualcosa possa sorprenderci, stupirci, far traballare la terra sotto i nostri piedi e demolire le nostre certezze in ambito cinematografico? Siamo talmente saturi di contenuti, che la parola “originalità” non sappiamo nemmeno più cosa voglia dire. I film ci rimbalzano addosso come gocce di pioggia durante un acquazzone estivo: se prima vi erano solo le uscite al cinema, ora ad esse si aggiugono le incessanti produzioni originali delle pay-per-view, che settimana dopo settimana aumentano di numero. Ovvio (per non dire fisiologico) che un incremento dell’offerta provochi inevitabilmente un abbassamento della qualità; il punto però è sapersene rendere conto. Prendiamo, ad esempio, l’ultimo film originale targato Netflix, sbarcato sulla piattaforma streaming lo scorso 25 gennaio: Polar. Si presenta come un film d’azione un po' coatto (già dal trailer si può sentire l’odore di John Wick e Hitman: Agent 47 da lontano un miglio), che punta tutto sulle sparatorie e sul carisma del suo protagonista, il sempre apprezzato Mads Mikkelsen.
L’attore danese, pupillo di Nicolas Winding Refn, interpreta Duncan Vizla, spietato sicario noto nell’ambiente con il nomignolo di Black Kaiser, a cui mancano due settimane per compiere 50 anni e ritirarsi dal mestiere. Il boss per cui lavora gli deve una buona uscita di oltre 8 milioni di dollari che non ha intenzione di elargirgli, perciò cerca di farlo fuori prima che possa raggiungere l’eta pensionabile. Inizia così una spietata caccia all’uomo.
Con questo biglietto da visita cosa ci si può aspettare se non un paio d’ore di sparatorie e scene d’azione ben coreografate? Davvero chi si approccia a un prodotto come Polar è in cerca di sofisticate sceneggiature? Soluzioni visive all’avanguardia? Introspezioni psicologiche approfondite? Oppure, arrivato finalmente il weekend, con tutta la stanchezza della settimana sulle spalle, ci si vuole solo buttare sul divano, stapparsi una birra, scollegare il cervello e premere il tasto play del televisore? Credo che solamente in quest’ottica andrebbe giudicato un film del genere. Vero: le trovate originali sono davvero poche e i colpi di scena pressoché inesistenti, però Polar riesce ampiamente a mantenere le proprie promesse. Fa sfoggio di una buona dose di sangue e violenza, oltre che di scene d’azione ben coreografate e nemmeno troppo "videoclip", specialmente se si considera che il regista Jonas Åkerlund – di cui aspettiamo con ansia Lords of Chaos, ispirato ai fatti di cronaca nera inerenti al mondo del black metal norvegese – ha lavorato soprattutto in quell’ambiente.
Inutile dire che Mads Mikkelsen divora il film – stupenda la lunga scena in cui combatte, a torno nudo, ferito e cieco da un occhio, in una sorta di richiamo al suo One Eye di Valhalla Rising - Regno di sangue – anche se va ammesso che il boss principale Mr. Blut (interpretato da Matt Lucas, che dava fisicità ai gemelli Pinco Panco e Panco Pinco nelle trasposizioni live-action delle avventure di Alice): è talmente eccentrico e fumettoso, con il suo look color pastello alla Elton John, da rimanere anche più impresso del protagonista. Insomma, Polar non sarà un prodotto rivoluzionario, ma riesce a regalare allo spettatore due ore d'intrattenimento genuino e violento. Ovvio: se siete in cerca di qualcosa di sofisticato e contenutistico, non è il film adatto per la vostra serata.