Vele è un meccanico macedone che lavora in un deposito ferroviario e lotta contro la recessione e la congiuntura economica. Per lui uno stipendio in ritardo non significa solo stringere la cinghia, ma non poter assistere nel migliore dei modi il padre malato di cancro. La svolta arriva quando casualmente, in un vagone, trova un pacchetto di marijuana: Vele se ne appropria e, invece di disfarsene, lo usa per fare una torta al padre. Si ritrova a scoprire gli effetti terapeutici della Cannabis quasi inconsapevolmente. Altrettanto inavvertitamente si diffondono voci sui rimedi curativi dell’uomo. Il meccanico dovrà, dunque, guardarsi da gangster bizzarri e astanti interessati alla sua nuova forma di “terapia”. L'ingrediente segreto, film di Gjorce Stavreski, affronta la crisi economica sotto un’altra prospettiva: quella di chi non può permettersi di essere povero. Coloro che si trovano costretti a combattere contro un nemico incurabile non possono arrendersi; specie se servono cure, terapie molto costose che quasi nessuno potrebbe permettersi. In questo contesto limite veniamo catapultati entro la quotidianità di Vele, che oramai non vive più: sopravvive, sperando in qualcosa di meglio per sé e per suo padre. La speranza può arrivare nelle forme più inaspettate, come un pacchetto di marijuana, tecnicamente illegale ma opportuno per chi soffre. Il dibattito fra legalità e necessità è un altro tema velato che emerge, a poco a poco, nel corso del girato: se le terapie convenzionali diventano proibitive, è giusto ricorrere all’illecito pur riscontrando effetti positivi? Questo dilemma, etico e sociale, emerge con garbo ne L'ingrediente segreto. Gag e riflessioni si alternano, specialmente nel momento in cui i risultati di una cura a base di cannabinolo divengono evidenti sul tumore del padre di Vele. Il film sfrutta l’emozionalità in ogni piano e inquadratura, per poi cambiare delicatamente registro quando si tratta di regalare un sorriso. Il punto focale del girato risiede nel rapporto padre-figlio e nei compromessi che quest’ultimo è disposto ad accettare in nome dell’affetto paterno. Pur giocando sull’equivoco, il film di Gjorce Stavreski non vuole rinunciare al lieto fine: L'ingrediente segreto racconta l’imprevedibilità degli eventi, per farci riappropriare di quegli aspetti positivi che si alternano con sapienza alle negatività e ai contrattempi.