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Scappo a casa

13/03/2019 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Scappo a casa

Una commedia stralunata con Aldo Baglio

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Il regista Enrico Lando, dopo aver destinato buona parte della sua carriera (dal 1998 al 2016) al documentario, ha deciso da qualche anno di dedicarsi alla commedia: prima con I soliti idioti e I 2 soliti idioti, dove teneva a battesimo il duo Mandelli/Biggio; poi con Amici come noi, in cui ha svezzato le star della tv Pio&Amedeo; più recentemente si è dedicato a Quel bravo ragazzo, il debutto da protagonista di Herbert Ballerina. Queste commedie hanno in comune un'intenzione chiara: plasmare il trash italiano e trasformarlo in un'immagine che rispecchi la nostra società. La demenzialità, che spesso può risultare banale, riesce attraverso gli eccessi e l’assurdo ad esprimere una sorta d’incredulità verso la piega che la "cultura" contemporanea sta prendendo. Ed è ciò che Enrico Lando cerca di fare anche con Scappo a casa che, come nei progetti precedenti, segna un debutto: quello di Aldo Baglio, per la prima protagonista senza Giovanni e Giacomo.


Il trio non si è sciolto, si è preso soltanto una pausa di riflessione in cui Lando ha visto un’interessante opportunità: Baglio in Scappo a casa incarna il classico schiavo degli status symbol per cui conta solo apparire (ogni riferimento a persone o fatti è puramente voluto, sta al pubblico in sala saper cogliere ciascun riferimento): insomma, questa specie di influencer goffo e sornione – per una serie di equivoci e sfortunati eventi – si ritroverà a dover ricominciare da zero. Nel più totale anonimato, da oggetto del desiderio diventa soggetto da evitare.


Enrico Lando gioca col culto edonista e dissennato dei nostri giorni, con l'egocentrismo smisurato, con chiunque si atteggi a vip... arrivando persino a credere di esserlo. Un gioco di prospettiva e immedesimazione ci immerge in una metamorfosi umana e culturale che dà adito a gag dissacranti e anche a qualche riflessione. Aldo Baglio si separa momentaneamente da Giovanni Storti e Giacomo Poretti, ma trova Angela Finocchiaro - con cui aveva già lavorato in passato - e il risultato è credibile. L’attore conserva la vis comica che l’ha reso celebre: Scappo a casa non è altro che la summa del suo repertorio di uscite divertenti, riadattata a esigenze più contemporanee. Il celeberrimo «Non ci posso credere!» è stato rimpiazzato da un personaggio che se la crede al punto tale da distruggere ogni conquista con le sue stesse mani.


Scappo a casa è una commedia stralunata, le cui pretese sono proporzionate alle intenzioni dell’intreccio narrativo: si cerca di imbastire una morale etica sul concetto di celebrità e diversità, il risultato finale è una serie di ossimori proposti in maniera equilibrata per rendere l’insieme godibile. Senza risultare eccessivo o pedante, il film di Lando intrattiene con una comicità che è figlia, forse, d’altri tempi.


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