Rachel Morgan (Keira Knightley) arriva tra le rovine di Amburgo nell'inverno del 1946 per ricongiungersi con il marito Lewis (Jason Clarke), colonnello britannico incaricato di ricostruire la città distrutta. I due andranno a vivere in una grande casa appartenuta all'architetto tedesco Stephan Lubert (Alexander Skarsgård), al quale è stata espropiata dopo la guerra perché di nazionalità tedesca. Ma Lewis, vista la povertà dilagante e la crisi, decide di non buttare fuori di casa Stephan e sua figlia dando vita a una convivenza che metterà Rachel a dura prova. Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 2015 di Rhidian Book, co-sceneggiatore del film, La conseguenza è una pellicola intensa che permette, attraverso il triangolo di Rachel, Lewis e Stephan, di raccontare il difficile dopoguerra tedesco, i superstiti nazisti e la paura del nemico. E, in effetti, estranei e nemici in questo film entrano molto più che in contatto: quella raccontata è un’intimità che ha a che fare con la casa, la quotidianità . Il dolore unisce i protagonisti come una lingua universale, l'amore e la passione sono la sola cura. Le tematiche affrontate sono attualissime, adesso come nel 1946: la paura del diverso, dello sconosciuto, il riconoscimento della colpa di una nazione e di conseguenza il razzismo verso un popolo intero. Ma anche la nascita del gruppo degli 88, militanti nazisti che cercarono di portare avanti la voce del partito anche dopo la disfatta di Hitler: per lo più erano ragazzini stanchi della guerra e della povertà (sopravvivevano con 900 calorie al giorno!), che vedevano negli alleati il nemico e che volevano combattere tramite attacchi, che oggi chiameremmo terroristici, come bombe e agguati ai militari inglesi. L’abilità di James Kent sta nel far capire allo spettatore che non tutti i tedeschi erano nazisti, distinguendo tra gente comune e militanti. Gli effetti della post-guerra sulla nazione tedesca fanno da contorno a un melò solido e credibile, grazie anche alle interpretazioni dei protagonisti.