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X-Men: Dark Phoenix

06/06/2019 10:00

Marco Filipazzi

Recensione Film, CineComics, Marvel Comics, x-men,

X-Men: Dark Phoenix

Con Dark Phoenix si è raggiunto il punto più basso dell'intera saga

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Se questo X-Men: Dark Phoenix è davvero l’ultimo film del franchise degli X-Men (almeno così come abbiamo imparato a conoscerlo in due decenni) di certo non rende giustizia a una delle saghe supereroistiche più importanti del grande schermo. I mutanti di Charles Xavier hanno fatto la loro prima comparsa al cinema nel 2000, quando la Marvel era ancora lontana dall’essere il colosso produttivo che è oggi. Bryan Singer alla regia, reduce dal successo de I soliti sospetti, dimostrò che era possibile realizzare un film fedele al materiale d’origine, accontentando sia la critica sia il pubblico. E, di fatto, diede il via al bombardamento di cinecomics che imperversa ancora oggi.


In 20 anni sono arrivati trilogie, spin-off, prequel, persino tre film vietati ai minori e un mega reboot-crossover X-Men: Giorni di un futuro passato, probabilmente il miglior episodio della saga, degno conclusione per molti dei personaggi storici) prima che Disney acquisisse la 20th Century Fox, detentrice dei diritti di sfruttamentro dei personaggi, e quindi l’intero franchise. Ora anche i mutanti sono ritornati da mamma Marvel, è presumibile che X-Men: Dark Phoenix sia l’ultimo capitolo della saga sviluppato in modo indipendente, dopo che il già travagliato New Mutants è stato posticipato per l’ennesima volta di quasi un anno.


C’è da dire che X-Men: Dark Phoenix non è nato sotto una stella propizia, per svariati motivi. Il precendente X-Men: Apocalisse è probabilmente uno dei punti più bassi della storia dei mutanti (insieme al Deadpool visto in X-Men le origini: Wolverine). Inoltre una travagliata vicenda produttiva non è mai un buon segno: il film avrebbe dovuto arrivare in sala a ottobre 2018, ma viene rimandato di 8 mesi dopo che i test-screening scontentano il pubblico; la produzione decide allora di rigirare l’intero terzo atto. Ma il problema non sta nel finale, bensì nell’intera scrittura del film, superficiale come non mai e soprattutto incapace di gestire la coralità dei personaggi, ovvero quello che è sempre stato uno dei punti di forza dei film dei mutanti. I dubbi iniziano ancor prima della visione: come dichiarato dal titolo, stiamo per assistere alla storia della Fenice Nera... che ci è già stata raccontata 13 anni fa in X-Men: Conflitto finale. Sicuramente quel film aveva un grosso margine di miglioramento (spoiler: non è migliorato affatto), ma possibile che con più di 50 anni di storie a fumetti da cui attingere la Fox abbia avuto così poca fantasia? Nel corso di una missione spaziale di salvataggio, Jean Grey viene colpita da una forza cosmica non meglio definita, che scatena in lei un enorme cambiamento. Tornata sulla Terra inizia ad avere inquietanti flashback e manifestare enormi poteri che non è in grado di controllare.


Per tutta la sua durata si ha l’impressione che X-Men: Dark Phoenix si trascini: pur conoscendo questi personaggi da decenni, non riusciamo a empatizzare davvero con nessuno di essi. Le loro scelte, le motivazioni, i problemi non riescono nemmeno a sfiorarci. Persino la morte di Mistica (che non può nemmeno essere considerata uno spoiler in quanto è stata spiattellata agli spettatori già nel trailer 3 mesi prima dell’uscita del film... per quale assurdo motivo poi?), uno dei personaggi “storici” della saga, lascia piuttosto indifferenti. Inoltre la maggior parte degli attori recitano in modo svogliato, appiattendo anche le (poche) buone idee che emergono qua e là. Ma il premio "personaggio scritto peggio" lo vince a mani basse la Lilandra (il nome del personaggio non viene nemmeno mai specificato, tanto per sottolinearne la sua importanza nella storia) di Jessica Chastain. Perché prendere un’attrice del genere e costringerla a recitare un film intero con un’espressione granitica in volto e battute che definire scontate sarebbe già un complimento? Se possibile con X-Men: Dark Phoenix si è raggiunto un punto ancor più basso di X-Men: Apocalisse. Speriamo che, con l’entrata in scena dei Marvel Studios, le sorti dei mutanti possano risollevarsi una volta per tutte.


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