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Villetta con ospiti

21/01/2020 11:00

Marcello Perucca

Recensione Film,

Villetta con ospiti

Il cuore nero dell’Italia emerge prepotentemente nel nuovo film di Ivano De Matteo

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Il cuore nero dell’Italia: potremmo definire così quello che emerge prepotentemente da Villetta con ospiti, ultimo lungometraggio del regista romano Ivano De Matteo, che lo ha sceneggiato insieme a Valentina Ferlan. Una vicenda che gratta sotto il falso perbenismo di una certa piccola borghesia - in questo caso del Nord est italiano - che, di giorno, ostenta in pubblico virtù destinate a sgretolarsi la notte, quando ciascuno si ritrova solo con le proprie misere esistenze e falsità. La vicenda, che si svolge nell’arco di ventiquattro ore, è ambientata in un piccolo centro della provincia veneta (il film è girato a Bassano del Grappa) dove vive Giorgio (Marco Giallini), manager che si occupa della tenuta vitivinicola di proprietà della famiglia della moglie Diletta (Michela Cescon). Giorgio e Diletta sono cittadini stimati, di successo; hanno due figli, Matteo, ancora piccolo, e Beatrice, adolescente. Frequentano chi, per definizione, dovrebbe rappresentare la parte onesta e positiva della società: il prete, il medico, il poliziotto. Ma nessuno è esattamente come appare: l’ambiente in cui si svolgono i fatti è un microcosmo di ipocrisie nel quale ciascuno, per un motivo o per un altro, ha qualcosa di inconfessabile da nascondere. Il fragile equilibrio delle finzioni su cui, di giorno, poggia l’esistenza di Giorgio, Diletta e di tutta la comunità - nella quale si sono in qualche modo inseriti Sonya, la badante rumena della vecchia e dispotica madre di Diletta (Erica Blanc) e suo figlio Adrian - vacilla improvvisamente nel corso della nottata, quando un fatto drammatico ed efferato avviene all’interno della villa della coppia. Nel momento in cui Diletta, sola insieme ai figli - il marito è via, ufficialmente per lavoro - sente dei passi sulle scale, tutto precipita e il film vira improvvisamente dalla commedia delle apparenze a una storia nera, cupa, dove tutti i personaggi si ritrovano a fare i conti con il proprio egoismo e con i propri squallidi maneggi. Nessuno, alla fine, ne uscirà bene anche se la facciata di rispettabilità, forse, è salva.


Ivano De Matteo prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto per affrontare quello che è diventato un tema caldo della cronaca recente, il possesso personale di un’arma e la legittima difesa. Ed è bravo a delineare i caratteri e le personalità dei personaggi senza scivolare in una descrizione macchiettistica degli stessi tipica di molti film nostrani. In Villetta con ospiti tutti sono credibili. La pellicola, ruotando attorno al tema dei sette peccati capitali, si presenta asciutta ed essenziale, ponendoci di fronte alle ipocrisie della nostra società ricca e malata dove, come dice Diletta in un passaggio del film, «certe cose è meglio non dirle, non dirle mai!».


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