Un gruppo di studiosi e cineasti ci conduce nei luoghi più remoti e sconosciuti della nostra Terra per portare avanti la teoria per cui il mondo stia attraversando una nuova era geologica: l’Antropocene. Questa nuova era sarebbe contraddistinta dall’impatto dell’uomo sul pianeta. E tale impatto, talmente imponente che ci sono sue tracce ormai anche nel sostrato geologico, influenza i processi terrestri più di qualsiasi altra forza naturale. L’obiettivo degli studiosi è di dimostrare come l’epoca Olocenica, iniziata 11.700 anni fa, quando si sono sciolti i ghiacciai dell’ultima era glaciale, è ormai arrivata alla sua fine e stiamo entrando in una nuova epoca, l’Antropocene. Gli esseri umani stanno cambiando la Terra con processi di estrazione mineraria, urbanizzazione, industrializzazione e agricoltura. Ciò porta a dirottamenti dei corsi d’acqua, acidificazione degli oceani, emissione di CO2, presenza invasiva di plastica e cemento, deforestazione e estinzione. Incursioni di portata così vasta che entrano e resistono il tempo geologico. Antropocene - L'epoca umana è un documentario diviso in capitoli, come una vera e propria tesi, che illustrano le conseguenze della presenza umana sulla Terra. Uno studio che continua da quattro anni e che ha portato gli studiosi a elaborare un vero e proprio progetto, che va ben oltre il semplice documentario, a cui viene anche accompagnato una serie di mostre presentate in anteprima all’Art Gallery of Ontario (AGO) e alla National Gallery of Canada (NGC), che in seguito approderanno in Italia al MAST di Bologna; una nuova serie di fotografie di Edward Burtynsky dedicate all’argomento; installazioni cinematografiche di Baichwal e de Pencier; esperienze interattive in realtà aumentata; due cataloghi pubblicati da Steidl e dall’AGO; un programma educativo completo. Un progetto quindi a 360° che permette di sviluppare al meglio la tematica dell’Antropocene. Terzo film di una trilogia dell’acclamato team composto da Jennifer Baichwal, Nicolas de Pencier e Edward Burtynsky, insieme ai precedenti Manufactured Landscapes (2006, riconosciuto come miglior film canadese al TIFF e incluso tra le 150 opere essenziali della storia del cinema canadese) e Watermark (2013, vincitore del Toronto Film Critics Association come miglior documentario canadese). Per sostenere la loro tesi, gli autori ci portano in un giro per il globo alla scoperta dei luoghi che hanno subito cambiamenti geologici a causa dell’uomo. Dalla distesa di cemento che copre il 60% della costa orientale della Cina, per difendersi dall’innalzamento dell’acqua, ai paesaggi post-apocalittici alla Blade Runner nelle gigantesche miniere della Germania, dove all’opera vediamo le più grandi scavatrici mai costruite (che ci ricordano anche le atmosfere di Dune); dalle miniere di potassio in technicolor, negli Urali russi, alla ormai devastata barriera corallina australiana; dagli animali ormai estinti in natura, che vivono solo negli zoo, alle zanne di elefante che vengono bruciate come protesta contro bracconaggio di elefanti per l’avorio. Un documentario struggente e commovente, che ci permette di comprendere quanto l’uomo sia la causa di molti dei disastri naturali della nostra Terra. Il tutto documentato con una fotografia perfetta che ci restituisce i colori e la bellezza perturbante di questa nuova epoca geologica. Ci accompagna in questo viaggio la voce intensa di Alicia Vikander, che nella versione italiana sarà sostituita da quella di Alba Rohrwacher.