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The Village

01/04/2010 11:00

Francesco Ormando

Recensione Film,

The Village

In una valle circondata interamente dalla foresta, vive una piccola comunità americana di un centinaio di persone...

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In una valle circondata interamente dalla foresta, vive una piccola comunità americana di un centinaio di persone. La calma e la serenità sono circoscritte al perimetro del villaggio, al di là del quale è meglio non andare poiché il bosco è popolato da creature mostruose. Questo è ciò che ripetono gli anziani capi villaggio ai membri di tutta la comunità. La paura di ciò che si nasconde nel buio, oltre il confine, è istillata nel cuore di tutti i cittadini. Il timore di quel che non si conosce permea la vita di tutti. Anche se le giornate sono scandite dai ritmi di una tranquilla vita di campagna, gli uomini coltivano la terra e le donne si occupano beatamente delle faccende di casa, dalla foresta giungono suoni sinistri che lasciano intuire quanto il male sia vicino al loro eden.


The Village, sesto lungometraggio di M. Night Shyamalan, è un film che ha tutte le caratteristiche della fiaba e che, appunto, in accordo al genere, presenta sì la classica distinzione tra il bene e il male, ma lo fa lasciando grande spazio alle sfumature. Così come il confine tra il villaggio e la foresta delle creature innominabili non è netto ( non c'è il briciolo d'un mattone), allo stesso modo in questa fiaba dal sapore macabro non si distingue in maniera cristallina ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. L'intento del regista è quello di mettere in luce la relatività della morale: ciò che è all'esterno del proprio quadrato di terra non rappresenta necessariamente una minaccia; il male si può annidare nel cuore di tutti gli uomini e non c'è confine o protezione che basti a tenerlo fuori. The Village non è un film di paura, come il trailer ha lasciato intuire, ma un film sulla paura. Su un sentimento che al giorni d'oggi, in un mondo post 11 Settembre, ha tolto un po' di spensieratezza ad una comunità globale che intraprende febbrilmente frenetiche corse ai vaccini e agli armamenti. Sono in pochi a violare le regole del villaggio nella ricerca della verità: Lucius (Joaquin Phoenix), la figlia cieca del capo villaggio (Bryce Dallas Howard) e a Noah (un talentuoso Adrien Brody). La speranza appartiene ai giovani, a loro viene affidata la possibilità di cambiare il mondo che verrà.


Come ne Il sesto senso e Sign, anche in questa pellicola il giovane regista indiano lascia il marchio inconfondibile della sua mano: il finale ha sempre l'obiettivo di sconvolgere il punto di vista dello spettatore, di capovolgerlo offrendogli una visione dall'alto dell’intera vicenda, una panoramica globale che non lascia nulla al caso e permette di comprendere come ogni fotogramma abbia una propria ragion d'essere. Ottima la colonna sonora, i costumi e la fotografia che cooperano alla buona riuscita del film senza risultare ridondanti, in linea ad una politica dell'equilibrio che concede a questa fiaba allegorica il pregio di rimanere credibile lungo tutto il suo corso.


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