I Lorkowsky sono una famiglia ordinaria. Rose Lorkowsky (Amy Adams), ex cheerleader della scuola e ora trentenne con un bambino a carico, è costretta ad una vita di pulizie in casa d’altri. Tutto ciò che possiede è Oscar (Jason Spevack), bambino particolare e stravagante, e una relazione extraconiugale con Mac (Steve Zahn), un poliziotto ex compagno di scuola, con cui condivide il letto in sgangherati motel. Norah Lorkowsky (Emily Blunt), depressa, in cerca di un qualcosa che non riesce mai a trovare, passa da un licenziamento all’altro, fuma erba ed esce con il nullafacente del paese. Vive ancora con il padre Joe Lorkowsky (Alan Arkin), un vecchietto determinato a fare soldi facili con il commercio clandestino. In seguito ad un omicidio, Mac racconta a Rose di com’è facile fare soldi, “bonificando” le scene del crimine. È la svolta per le sorelle Lorkowsky decise ad entrare nel mercato mettendosi in proprio: “Sunshine Cleaning”, non c’è sangue che tenga! Dai produttori di Little Miss Sunshine, una commedia originale, dotata di spunti divertenti ma che nel cercare di alzare il tono, perde proprio quella magia di cui era dotato il film di Dayton. Una famiglia normale, di normali ambizioni, trova nella bonifica post-mortem l’eccezionalità. Tuttavia, l’idea intorno alla quale ruota il film è farcita di difficoltà sentimentali, disagi familiari, che nel trovare una propria armonia creano molti punti morti. Come in Little Miss Sunshine, la maturazione individuale è nella “terapia di famiglia”, stando insieme ci si conosce e si cresce attraverso situazioni di solitudine, perdita e prese di coscienza: si ride e si riflette. Sunshine Cleaning è, nel complesso, una pellicola ricca di molti spunti, con una fotografia mozzafiato, soprattutto negli esterni dove cieli blu contrastano le terre polverose del New Mexico. Un’intuizione interessante che, affiancata all’intesa tra sorelle, la voglia di riscatto e la difficoltà di avere qualcuno a fianco, perde proprio quella particolarità a cui un’idea così originale puntava.