Non sempre è facile giudicare cosa sia giusto e cosa sbagliato. Silvio Soldini porta sullo schermo il comportamento che per eccellenza viene sempre considerato scorretto: il tradimento. Anna è impiegata in un ufficio, un posto “sicuro” anche se non troppo entusiasmante. Come molti altri lavoratori ogni giorno prende il treno dall'hinterland milanese per raggiungere la città. La sua vita sembra scandita da una certa monotonia: il lavoro, il fine settimana il centro commerciale e se tutto va bene resta il tempo per una pizza con gli amici. Convive con Alessio, un'uomo pacato, sicuramente gentile e simpatico ma fisicamente non proprio affascinante; al contrario di Anna sembra completamente a suo agio nella routine. Dall'altra parte Domenico, calabrese trapiantato a Milano che fatica a mantenere la famiglia,moglie e due bambini, con il suo lavoro per una ditta di catering. Proprio quando Anna progetta finalmente un cambiamento nella sua vita, avere un bambino, basta un'incontro per far scattare la scintilla della passione tra lei e il bel Domenico e instaurare una coinvolgente relazione fatta di sesso clandestino, continue bugie ai rispettivi partner e sensi di colpa. Quando i due si rendono conto di essere innamorati, Anna vuole qualcosa di più... Silvio Soldini ambienta nella Milano dei nostri giorni una storia assolutamente verosimile, anche grazie all'ausilio di uno stile documentaristico che non tralascia l'importanza dei ruoli minori, accentuando così la sensazione di forte realismo. Finché Anna e Domenico sono rinchiusi nella stanza di un motel sembra tutto perfetto, ma varcando la porta ci si deve scontrare con la vita. Le difficoltà che la coppia di innamorati affronta sono quelle odierne: gli incontri sono fugaci – un paio d'ore a settimana –, la crisi economica e l'aumento dei prezzi incide molto nella vita di Domenico che non può certo permettersi una separazione dalla moglie. Nessuno dei due vuole far soffrire le persone a loro vicine e si avverte per tutto il film una sensazione di lotta contro un destino che li ha fatti conoscere troppo tardi. L'intesa tra i due protagonisti è coinvolgente, Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino sono assolutamente credibili nei loro ruoli, lo spettatore non riesce più a condannare ostinatamente l'adulterio, e si trova a non saper più di chi prendere le parti.