Trasferitosi dalla città di Chicago nella foresta dell’Oregon, ove deve coordinare la costruzione di un quartiere fintamente ecocompatibile, Dan Sanders (Brendan Fraser) deve fare i conti con le creature del bosco che non hanno alcuna intenzione di abbandonare la riserva in cui vivono. Dan, perseguitato da una banda di rivoltosi animaletti, capeggiati da un procione pieno di iniziative, non può esimersi dalle richieste sempre più pressanti del suo capo, tutt’altro che sensibile alle tematiche ambientaliste. Il protagonista si trova coinvolto in una vera e propria guerra di sopravvivenza: non creduto dalla propria famiglia, Dan è costretto ad affrontare la furia degli animali della foresta che lo credono il responsabile delle loro disavventure. Chi ha ragione e chi torto? Natura Madre e Natura Maligna, un binomio universalmente noto che da sempre intesse poesia, romanzi, cinema e teatro, seppure più difficilmente sia rintracciabile nell’ambito della commedia rispetto al dramma. Forse affascinato dalla sfida di declinare sul piano umoristico l’ambivalenza del mondo naturale nei confronti dell’uomo, il regista Roger Kumble, noto per In viaggio per il college e La cosa più dolce, porta sullo schermo l’impeto rivoluzionario degli animali della foresta che individuano il nemico nel bonario ma intollerante Dan Sanders. Il protagonista non vuole fare male a nessuno: ha come unico desiderio iniziare una brillante carriera nell’ambito immobiliare ed esaudire qualsiasi capriccio proprio e della propria famiglia, il tutto a discapito di una riserva naturale, habitat di procioni, furetti, scoiattoli, conigli, puzzole e tanto altro. Come afferma il regista stesso, il film si fonda su una comicità fisica, tipica della slapstick, un genere cinematografico che raggiunse il massimo successo negli Stati Uniti negli anni ’20. L’efficacia della slapstick nel suscitare ilarità in platea è nella meccanicità di cadute, scivolate, nei capovolgimenti di situazioni e codici “normali”. Puzzole alla riscossa è in effetti ricco di situazioni fisicamente estreme e paradossalmente “violente”, di gag semplici, ma immediate, in cui l’uomo è perdente. Eppure, anche le sequenze più divertenti sono permeate di un messaggio ambientalista che conquista senza difficoltà il pubblico dei più piccini. Il rispetto della natura è sempre in primo piano, la necessità di conoscerla, di conviverci, senza prevaricarla è il filo conduttore dell’intreccio. Detto questo, va riconosciuto a Puzzole alla riscossa la facoltà di coinvolgere adulti e bambini in un sano divertimento. Se non tutto è comprensibile al pubblico infantile - le citazioni cinematografiche del finale, o i riferimenti alla storia dell’umanità in lotta con la natura presuppongono riferimenti strutturati - è molto chiara la distinzione tra i buoni e i cattivi e la felicità dei bambini nell’assistere alla caparbietà e alla resistenza da parte del mondo animale è tangibile. Va riconosciuto a Roger Kumble il merito di non antropomorfizzare gli animali del film, che pur interagendo tra loro con dinamiche solidali irreali, non sono dotati di parola e non cercano l’affettività umana. È chiaro però che Puzzole alla riscossa è pur sempre una fiaba e tale rimane, per questo sono giustificati i ghigni rabbiosi, gli sberleffi e l’esultare degli animali della foresta. Paragonata ad altre pellicole, presentate come incursioni imparziali nel mondo naturale, ma viziate da un commento fuori campo ominiscente e demiurgico (Earth), il film di Roger Kumble non cerca di cambiare le carte in tavola. La fantasia è la fantasia e la realtà è la realtà. Ottimo il cast. Su tutti spiccano lo sralunato Brendan Fraser nei panni del protagonista, gli irresistibili Ken Jeong, Angela Kinsey e Brooke Shield che riesce a prendersi gioco de celeberrimo Laguna Blu. Un film per famiglie verdi.