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Dear John

06/05/2010 11:00

Emidio De Berardinis

Recensione Film,

Dear John

John (Channing Tatum) è un ragazzo timido dal passato violento, arruolatosi nell'esercito degli Stati Uniti per placare i propri demoni...

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John (Channing Tatum) è un ragazzo timido dal passato violento, arruolatosi nell'esercito degli Stati Uniti per placare i propri demoni. È stato cresciuto dal padre (Richard Jenkins), un anziano con la passione per le monete, che in seguito all'abbandono da parte della moglie si è chiuso in se stesso, raggiungendo uno stato di autismo che lo ha allontanato anche dal figlio. Arriva l'estate e John, in licenza, torna dal padre in Sud Carolina, per trascorrere i suoi giorni in spiaggia con la tavola da surf. Grazie a un imprevisto del destino conosce Savannah (Amanda Seyfried), una studentessa dai forti principi morali, anche lei in vacanza a casa dei genitori. I due escono insieme per due settimane e si perdono l'uno nell'altra, fino a quando John è costretto a ripartire. Manca soltanto un anno alla fine della missione e i due promettono di aspettarsi, mantenendo vivo il loro rapporto con una fitta corrispondenza epistolare. L'anno passa in fretta e i due possono finalmente rivedersi, ma pochi giorni prima di prendere l'aereo, l'11 settembre 2001, l'America viene attaccata e John dovrà decidere se prolungare il suo mandato per combattere il terrorismo.


Dal regista di Chocolat, un'ennesima trasposizione da un romanzo di Nicholas Sparks. Dear John (adattamento di Ricordati di guardare la luna) è il riassunto di tutti i film d'amore, un riepilogo di tutti i topoi ricorrenti nei film del genere. Dalla caratterizzazione dei personaggi, lui il bruto ma timido, dal passato difficile, lei la brava ragazza che sogna di aiutare bambini autistici, che non beve e non fuma, fino alle scene di corteggiamento e ai personaggi secondari. Non mancano infatti il guastafeste che circuisce la bella e che viene puntualmente allontanato dall'eroe, la cenetta con lei che rovescia il bicchiere su di lui costretto a togliere la camicia per mostrare cotanta aitante beltà, lei che canta e suona la chitarra, e lui che le dà una mano con le opere di beneficenza. Infine le incantevoli spiagge americane e i rapporti difficili in famiglia fanno da sfondo alla difficoltà di vivere un rapporto a distanza. Se il tema principale è la corrispondenza dei due amanti, la pellicola si perde dietro dettagli che non permettono neanche di accompagnare in fondo la vita separata dei due innamorati. L'intenzione di Hallström è quella di strappare le lacrime agli spettatori con una storia d'amore difficile e l'unico momento in cui ci riesce è, probabilmente, al capezzale del padre morente, epilogo di un rapporto sofferto e senza patine. La sceneggiatura non convince, soprattutto nei dialoghi, poco reali, già sentiti e il doppiaggio italiano non fa che peggiorare la situazione. C'è poco da salvare insomma in Dear John. Una bella storia dalla fotografia patinata, raccontata senza particolare sforzo per accontentare teenager in amore e ripassare, tutti in una volta, i cliché delle commedie sentimentali.


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