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The Hole in 3D

27/05/2010 10:00

Emidio De Berardinis

Recensione Film,

The Hole in 3D

Il regista Joe Dante torna con un horror per famiglie, capace di stupire diverse generazioni attraverso incursioni nel passato, rimanendo tuttavia con i piedi b

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Il regista Joe Dante torna con un horror per famiglie, capace di stupire diverse generazioni attraverso incursioni nel passato, rimanendo tuttavia con i piedi ben saldi al presente.


La famiglia Thompson si è da poco trasferita per fuggire da un passato da cui stare lontani. Mentre Susan (Teri Polo) cerca di rimettere in ordine la propria vita, i fratelli Dane (Chris Massoglia) e Lucas (Nathan Gamble) fanno la conoscenza della vicina Julie (Haley Bennet), con la quale scoprono, nello scantinato della loro nuova casa, una botola misteriosa. Decisi a scoprire il segreto che essa cela, aprono i numerosi lucchetti che la tengono sigillata e realizzano che la voragine sotto i loro piedi non ha fondo. Ignari, lasciano che l'oscurità, finora tenuta prigioniera, guardi i loro volti e cominci a materializzarsi in misteriose e spaventose presenze.


The Hole in 3D è una pellicola destinata agli affezionati del cinema di ieri e di oggi: diverse generazioni di cinefili si riconosceranno nel “buco” di Dante. In essa sono contenuti tutti i luoghi e i topos dei film di genere nonché il linguaggio e lo stile horror. Sembra che la botola, una volta aperta, liberi come un vaso di Pandora le paure dei tre ragazzi, ma anche di tutti gli spettatori che hanno riconosciuto al cinema i loro incubi peggiori. Dal piccolo pupazzo vestito da clown, alla bambina cadavere, al parco giochi abbandonato, al padre cattivo dalle sembianze di un mostro invincibile. È un film che sa anche non prendersi troppo sul serio con una verve comica e sfrontata che risulta plausibile recitata per bocca dei tre giovani protagonisti. È un racconto da Piccoli Brividi a prova di vertigini, che avanza per scoprire un mistero, in attesa dello scatenarsi degli eventi. C'è anche lo spazio per una scena molto teatrale con una splendida scenografia che ripropone il mondo visto dagli occhi di un bambino spaventato. Punto debole è il 3D, qui utilizzato proprio per rendere l'ambientazione una scatola magica dalla quale estrarre e combattere le proprie paure, ma che riesce soltanto a far sorridere nella scena in cui Lucas lancia ripetutamente una pallina da baseball verso la telecamera. The Hole in 3D libera l'immaginario di quella generazione di spettatori horror degli anni Ottanta e lo realizza con i mezzi di oggi (ma non sfruttandone appieno le potenzialità), filtrato con gli occhi di tre ragazzini dei giorni nostri, per un pubblico che guarda, oggi come ieri, le proprie paure al buio, proiettate sullo schermo.


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