L'esordio alla regia di Jan de Bont, esperto direttore della fotografia, è ad oggi un vero e proprio cult del genere d'azione. Era il 1994, e Speed uscì nei cinema di tutto il mondo con la sua carica adrenalinica cui il titolo rende appieno giustizia. Il successo fu tale che lo stesso regista diresse qualche anno dopo un seguito, di levatura senza dubbio inferiore all'originale, e senza la presenza del protagonista Keanu Reeves, qui nel film che ne consacrò definitivamente la fama, dopo le interessanti prove in Point Break e nel Dracula coppoliano. Ad accompagnarlo, Sandra Bullock, in una delle interpretazioni più famose della sua carriera, e un mefistofelico Dennis Hopper, assolutamente perfetto nel ruolo di villain d'eccellenza. Speed è entrato a pieno diritto nei classici dell'action movie, e ancor oggi a quasi vent'anni di distanza sa regalare sfrenate emozioni ai patiti del genere. Howard Payne (Dennis Hopper) è un folle psicopatico che ha innescato un ordigno esplosivo su un ascensore. Intervengono sul posto due membri dello SWAT, Jack Traven (Keanu Reeves) e Harry Temple (Jeff Daniels), che riescono non senza difficoltà a impedire l'esplosione, salvando le persone che in quel momento si trovavano in ostaggio, e sventando il tentativo di ricatto del dinamitardo. Harry però viene ferito a una gamba a seguito di un conflitto a fuoco con Payne, che riesce a scappare. Ma per Jack le disavventure non sono finite: infatti Payne, nel frattempo riorganizzatosi, riesce a mettere una bomba su un autobus di linea. Se il mezzo scenderà sotto la velocità dei 50 miglia orari, il congegno esploderà causando una vera e propria carneficina. Per Jack una missione al limite dell'impossibile, in cui sarà coadiuvato dal coraggio e la prontezza di riflessi di una impaurita ma tenace Annie (Sandra Bullock). L'originalità dell'idea offre campo libero a scene d'azione dall'impronta esaltante e spettacolare, che ben si adattano al fisico asciutto e deciso di Reeves. Un ritmo frenetico che non abbandona mai i protagonisti e lo spettatore, e che tra esplosioni e forsennate corse per la sopravvivenza, raggiunge il suo scopo di godibile intrattenimento. Agire più che pensare, nonostante non manchino istanti di intenso pathos drammatico, complice una caratterizzazione avvincente dei personaggi, e la costruzione – improbabile ma adatta al contesto – del rapporto tra Reeves e la Bullock. Contaminato da atmosfere thriller, su cui spicca il diabolico personaggio di un superbo Hopper, Speed si rivela essere una pellicola adatta a tutti i tipi di pubblico, vista la sua immediatezza che fa scorrere le quasi due ore in un lampo. Uno svolgimento fresco e genuino, in un lucido equilibrio tra le varie componenti stilistiche, garantisce divertimento mostrandosi però di qualità assai maggiore rispetto ai suoi simili, che soffrono troppo spesso di banalità e pochezze registiche e attoriali.