Con l’aiuto di tre amici, un giovane tenore si imbarca clandestinamente in una nave per seguire la fidanzata, impegnata in un’opera teatrale che si terrà a New York. Mentre cerca di non farsi scoprire, gli amici montano un ingegnoso stratagemma per farlo sfondare nel panorama operistico. È forse il miglior film dei fratelli Marx, o almeno il più buffo e il più dosato nella ricchezza delle invenzioni comiche. Attraverso le mirabolanti peripezie dello sgangherato trio (qui Zeppo è assente), il ritmo è sorprendentemente organizzato in maniera tale da creare una totale assenza di tempi morti e una trascinante brezza di follia, caratteristica principale della comicità marxiana. Il budget, messo a disposizione dalla MGM, è piuttosto alto rispetto alle loro precedenti pellicole, soprattutto per la memorabile sequenza in cui i protagonisti cercano di creare disordine durante una rappresentazione teatrale de Il Trovatore di Verdi. L’anarchico atteggiamento che contraddistingue i fratelli Marx da tutti gli altri comici dell’epoca è qui al massimo della sua espressione. Ironia, sarcasmo e una fluida leggerezza sono le componenti principali di un film che mantiene il suo fascino comico anche con il passare del tempo. I dialoghi scoppiettanti, il tono esilarante e le musiche di Verdi contribuiscono alla riuscita creazione di un’atmosfera per così dire “esotica”, sempre spensierata. Da inserire in un’antologia del cinema marxiano la scena della cabina, ma anche la strepitosa sequenza in cui Groucho manda ai pazzi un ispettore di polizia. Non un minuto di noia. Consigliabile soprattutto a chi ama la leggerezza e l’umorismo sottile. Sam Wood da parte sua vi aggiunge il talento del ritmo. Considerato, insieme a La guerra lampo dei fratelli Marx, il vertice della loro comicità.