Sull'onda trascinante del secondo episodio, appena un anno dopo (2005) giunge sugli scaffali, nuovamente in formato straight-to-video, Sex Crimes 3. Buco nell'acqua o interessante sequel denso di intrighi? Scopriamolo insieme. Blue Bay, California. La giovane e bella Marie Clifton (Sarah Laine) ha ricevuto in lascito dalla madre due diamanti di grande valore, detti “madre e figlia”, ma a causa dell'interferenza del patrigno Jay Clifton (Brad Johnson) non può effettivamente mettervi le mani sopra, generando un conflitto fra i due. Conflitto che si va acuendo nel momento in cui l'odiata compagna di scuola di Marie, Elena Sandoval (Sandra McCoy) accusa Clifton di averla stuprata. Il caso si fa intricato, coinvolgendo non solo la polizia ma anche l'anatomopatologo forense Chad (Claudio Sad) e l'assistente sociale Kristen Richards (Dina Meyer)... “Squadra che vince non si cambia”: non sempre, però, una formula che non si rinnova riesce poi a vincere. Al terzo tentativo, la formula non è più frizzante come all'inizio e bastano pochi minuti per capire dove la scialba e contraddittoria sceneggiatura di Andy Hurst (già autore del secondo capitolo) vuole andare a parare. A venire meno è il pathos, poiché il divertimento viene relegato unicamente alla curiosità di vedere come e dove verranno piazzati gli oramai immancabili topoi della serie. Non a caso, il regista Jay Lowi non ne dimentica uno; purtroppo oltre alla sua perizia nel montare insieme un barcollante collage di sequenze rimane molto poco, considerando anche la scarsa bravura degli attori, le pessime scenografie e le peggiori scene erotiche della serie. Un film degno di essere dimenticato nella palude mangia-cadaveri di Blue Bay, vera protagonista indiscussa della saga.