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Goemon

01/09/2010 11:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

Goemon

Dopo aver trasposto su schermo un noto personaggio dei fumetti nipponici con Kyashan - La rinascita, Kazuaki Kiriya riprende una figura storica del Giappone com

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Dopo aver trasposto su schermo un noto personaggio dei fumetti nipponici con Kyashan - La rinascita, Kazuaki Kiriya riprende una figura storica del Giappone come Goemon Ishikawa. Leggendario guerriero ninja che rubava ai ricchi per dare ai poveri (e che ha avuto anche un "discendente animato" nelle divertenti avventure di Lupin III), questo carismatico Robin Hood dagli occhi a mandorla è già stato protagonista di una trilogia cinematografica intorno agli anni '60, ma era da oltre quarant'anni che non aveva un film tutto per sé.


Ecco così che lo stile visionario, kitsch e volutamente sfarzoso di Kiriya ben si adatta alle incredibili scorribande del ladro gentiluomo, qui alle prese con un nemico ostico come la tirannia. In un mondo dominato dal tradimento, dove il Giappone è guidato da un crudele e spietato sovrano, l'eroe del popolo dovrà lottare per evitare una nuova guerra e allo stesso tempo salvare l'amata (interpretata dalla bella Ryoko Hirosue, già figlia di Jean Reno in Wasabi).


Kiriya ha uno stile che si ama o si odia, inutile negarlo. Abbonda di effetti digitali, usa un montaggio frenetico e non lesina ambientazioni cupe e apocalittiche anche in contesti in cui non sarebbero necessarie. Ciò nonostante, la paura di esser davanti a un inquietante calderone che punti più all'apparenza che alla sostanza, viene scongiurato grazie a una narrazione fluente, con un ritmo incessante che cerca più volte di toccare le corde della grandezza, soltanto sfiorandola tuttavia non cadendo nel baratro nella mediocrità. Esempio lampante ne è l'assedio finale, pirotecnico, pomposo ma affascinante per l'uso raffinato di colori ed effetti computerizzati, che conducono a una sorta di simil wuxia in versione hi-tech. La storia è continuamente pervasa da una sottile e triste malinconia, tanto che viene fatto ampio uso dei flashback a raccontare un passato ancora vivido nelle menti dei protagonisti, e che li spinge alle scelte nel presente. Le interpretazioni sono a tratti volutamente caricaturali, quasi vi fosse un'organica idea di donare un sapore da fumettone avventuroso che non stona affatto con l'impronta e il plot del film. A dare volto e corpo a Goemon è Yôsuke Eguchi, attore, poeta e cantante, attivo da più di vent'anni soprattutto in serie televisive e per cui questa interpretazione segna una sorta di battesimo del fuoco nel mondo dei blockbuster d'azione. Una prova convincente, per un personaggio che appassiona sin dai primi istanti, colmo di ironia e cocente di passione idealista. Da segnalare la presenza nel cast, nei panni di Hattori Hanzo (altro storica figura del Giappone), di Susumu Terajima, amico e feticcio di Takeshi Kitano. Goemon è totalmente privo di mezze misure, e dividerà inesorabilmente il pubblico tra sostenitori e detrattori: ma quando un film segna un tale confine, vuol dire che probabilmente ha centrato nel segno.


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