
«Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così». Chiaro, nidito e piuttosto esplicativo. Niente paura, documentario di Piergiorgio Gay racconta un paese giunto alla deriva, che non riesce più a comunicare con se stesso e si trascina dietro un'ombra di malinconia quasi impossibile da scacciare. Il documentario è accompagnato dalle musiche di Luciano Ligabue, da sempre emblema di una cultura urbana figlia di notti e racconti di cruda realtà. Prescindendo dai gusti e dalle attitudini musicali, il cantautore emiliano racconta con le sue canzoni un mondo contemporaneo, lo stesso che il lungometraggio vuole portare allo scoperto. Il documentario di Gay racconta la perdita degli ideali delle nuove generazioni, di giovani schiacciati dal peso di un mondo che vanta nobili intenti e che rinfaccia loro l'incapacità di imporsi. Viaggiando attraverso l'esperienza umana di Ligabue, Niente pauraracconta la storia di più personaggi, ognuno di diversa estrazione sociale e dà loro la voce di cui avrebbero bisogno. Sono i giovani stessi i protagonisti, con la loro esperienza e la loro preoccupazione; il documentario racconta una malinconica consapevolezza che troppo spesso fa largo al luogo comune che vuole i “giovani d'oggi” disimpegnati e per nulla interessati. Prendono quindi parola ragazzi di quartiere, uomini di vita, stranieri naturalizzati e persone in difficoltà. Seppur l'intento sia quindi nobile e l'idea decisamente interessante il film trova nella realizzazione tecnica lo scoglio più grande: la maggior parte degli aneddoti non gode di alcuna continuità, spesso la linea guida sembra partire per la tangente prendendo una piega che poco ha a che vedere – a livello puramente logico – con i passi precedenti. Sebbene questo assicuri varietà di argomenti lascia un minimo di sgomento nello spettatore, spiazzato dall'illogicità di alcune connessioni. Appare comunque piacevole sentire la voce di compatrioti che, senza alcuna paura (per l'appunto), si esprimono liberamente su cosa non funziona nella macchina sociale italiana, tuttavia lasciandosi sempre andare ad argomentazioni piuttosto generalizzate. Senza mai affrontare il tema politico, se non nella battuta finale, comunque tutt'altro che mirata, Niente paura scampa in maniera intelligente critiche lesive che potrebbero sollevare polemiche di genere riguardo la sua appartenenza partitica. In definitiva, il documentario parte da presupposti molto interessanti e li affronta in maniera abbastanza brillante, perdendosi poi nella stessa generalizzazione che prende di mira durante il suo corso. Piacevoli gli interventi di Ligabue, icona e pilastro di questa produzione, sempre pronto ad intervenire con osservazioni pacate ma ricche di lucidità.