Film come Arsenico e vecchi merletti, La vita è meravigliosa sono tra le opere più conosciute del regista Frank Capra, ma ben pochi invece hanno potuto apprezzare i suoi primissimi lavori. Nato in una famiglia povera nella provincia di Palermo, Francesco Rosario Capra emigrò negli USA ancora bambino; con il cortometraggio del 1922 The Ballad of Fisher's Boarding House esordì nel cinema muto, dopo un'attività da gagman e montatore a Hollywood. Nel 1926 si affermò nel lungometraggio, con lo spirito ironico e comico di The strong man (La grande sparata), ambientato durante la prima guerra mondiale tra l'America e l'Europa. Durante il conflitto, il soldato belga Paul Bergot (Harry Langdon), viene fatto prigioniero dall'esercito tedesco e perde le tracce del suo amore lontano Mary (Priscilla Bonner). Alla fine della guerra, Paul diventa l'assistente di un ambulante, Zandow (Arthur Thalasso), un uomo cannone che lo costringe a seguirlo e ad assisterlo durante i suoi spettacoli da circo. Paul arriva in America e si lancia alla ricerca di Mary, con soltanto una fotografia per riconoscerla. Dopo numerose peripezie i due si ricongiungono in una cittadina assediata da corruzione e speculazione, dove i cittadini onesti lottano per liberarsi. Proprio lì Paul si troverà a dover sostituire Zandow, ubriaco, nel suo spettacolo di lancio con il cannone, ma il numero avrà esiti sorprendenti. Il 1926 fu un anno molto importante anche per Harry Langdon, qui nel panni di Paul, macchietta del vaudeville che giunse al cinema da una lunga esperienza nel teatro del varietà . Dopo aver lavorato in numerosi cotrometraggi, Langdon recitò nel suo primo lungometraggio Tramp, Tramp, Tramp sceneggiato dal giovane Capra, che lo volle nei suoi film successivi. Con la collaborazione di Capra scenenggiatore, oltre che regista, Langdon propose un personaggio comico atipico nel panorama dell'epoca: il trasognato adulto-bambino, malinconico dagli occhi stralunati e spalancati, il volto pallido, sbadato ma innocente di fronte alle peripezie del caso. Fin dai primi lavori, Capra sfodera una comicità sottile ed elegante, come lasciano intuire alcune divertenti sequenze di The strong man: prima tra tutte la "grande sparata" compiuta da Paul nel saloon dove deve sostituire il suo padrone nello spettacolo. La sequenza si articola in diverse trovate comiche geniali: per salvarsi dalla folla inferocita del saloon, Paul trova una trave di legno a cui attaccarsi e con cui rimanere sospeso nel vuoto, ondeggiando come un acrobata avanti e indietro sulla massa urlante, che tenta di afferrarlo e costringerlo a spararsi con il cannone. Il regista sceglie di girare tutta la sequenza con la telecamera sul soffitto e l'obiettivo rivolto in basso sulla testa del protagonista, il punto di vista dello spettatore coincide con la posizione di Paul, seguendone lo stesso movimento. Ad un tratto, nel suo andirivieni, la povera macchietta stacca una tenda del saloon che va a coprire totalmente la folla scalmanata; Langdon comincia così a camminare sulle teste coperte, come se si muovesse in un mare agitato. Capra trasforma poi il cannone in un espediente comico che ribalta la situazione: Paul, invece di lanciarsi, lo punta contro la folla che incontrollabile sta distruggendo il saloon e spara allegramente, sobbalzando ad ogni scoppio. L'omino sottile riesce così a domare la gentaglia infuriata.